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Buongiorno Contessa, il viaggio dell’anima raccontato da Mariano Rigillo e Maria Teresa Rossini

Buongiorno Contessa, il viaggio dell’anima raccontato da Mariano Rigillo e Maria Teresa Rossini

14.03.2019.

di Elisa Guccione 

CATANIA- I versi del XXVI canto dell’Inferno di Dante dedicato ad Ulisse, le pagine di vita del mariuolo De Pretore Vincenzo di Eduardo De Filippo e la quotidianità a due dall’innamoramento all’appiattimento degli anni che scorrono raccontata da Stefano Benni in “Le piccole cose che amo di te” sono solo alcune delle pagine di vita e letteratura raccontate sul palco del Musco nel delizioso spettacolo “Buongiorno Contessa” scritto, diretto e interpretato con indiscussa bravura da Mariano Rigillo e Maria Teresa Rossini.

Un viaggio dell’anima, nell’elegante salotto degli anni trenta dell’annoiata contessa Pizzardini Ba in compagnia del suo amato, forse amante, Aldo (Palazzeschi), accompagnato dalle musiche di Paolo Coletta, che spazia con la leggiadria di un volo di farfalla e la sapienza dei grandi artisti e letterati che hanno fermato l’istante con le loro opere tra sentimenti e fantasia fino alla struggente e dolorosa interpretazione di “Le luci di Algeri” di Gianni Guardigli con la drammatica riflessione di due genitori che hanno perso i loro figli.

Lo spettacolo, con i continui e veloci cambi d’abito e personaggi in una scena che si trasforma di volta in volta diventando paradiso, inferno o spiaggia, è un cammino proiettato  verso argomenti importanti come la vita e l’amore, dove i quattordici testi interpretati permettono un confronto psicologico ed umano della condizione dell’uomo.

L’intera messa in scena riunisce momenti apparentemente diversi ma abilmente cuciti dalla maestria dei due attori capaci, di trasportare l’attento e compiaciuto pubblico in una realtà ricca di pathos, premiati con lunghi e meritati applausi.

Uno spettacolo intimo e delicato che sfruttando l’emozione di brani importanti come la prosa di Stefano D’Arrigo e della sua Ciccina Circè tratta da “Horcynus Orca” o la poesia di “Il mare”  di Garcia Lorca o “O’ mare” di Eduardo De Filippo passando da Jacques Prevert di “Questo amore” a “I gioielli indiscreti”, con la donna sesso/gioiello, di Diderot ha saputo accarezzare le pieghe più nascoste dell’anima realizzando un sogno abilmente orchestrato da due grandi del palcoscenico.

Elisa Guccione

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