Infuria la polemica sulle celebrazioni della strage di Capaci. Una polemica nella quale si insinua anche il presidente della Regione Nello Musumeci che ha annunciato la sua assenza nell’aula bunker: «Domani dolorosamente non andrò nell’aula bunker per la prima volta. Mi dispiace per la signora Falcone. Le polemiche sono tante, c’è troppo veleno, c’è troppo odio e tutto questo non suona al rispetto della memoria del giudice Falcone e dei poveri agenti della scorta».
Musumeci, intervistato sull’emittente Trm, ha spiegato la sua scelta: «Passo per essere un presidente sobrio, di basso profilo sul piano del protagonismo e della esposizione sui mass media. Domani – assicura Musumeci – andrò nella caserma Lungaro per assistere alla deposizione della corona di alloro da parte del capo della polizia e poi torno nel mio ufficio a lavorare per tentare di tirare fuori i ragazzi dal condizionamento che subiscono ogni giorno da parte della criminalità organizzata, che si nutre e si alimenta della disperazione dei giovani. Non è un caso che la malavita venga reclutata nelle periferie dove lo Stato ha difficoltà ad arrivare – prosegue – e quando arriva arriva molto debole, in maniera quasi a non percepirne la presenza e questo crea un solco sempre più profondo tra lo Stato e la gente. E spesso si apre una competizione tra lo Stato e l’anti-Stato in termini di occupazione, di prestiti di denaro, di garanzia del controllo territorio e non è detto che in questa competizione vinca sempre lo Stato, purtroppo non sempre è così».
Anche Claudio Fava, presidente della commissione antimafia dell’Ars che ha già annunciato la sua assenza in polemica con il ministro Salvini ha rilanciato: «La professoressa Falcone ha detto una cosa abbastanza divertente, cioè che la scaletta di quelli che domani devono intervenire l’ha decisa la Rai, come se fossimo al Grande Fratello. Penso che immaginare chi debba spiegare cosa fare, cosa è stato fatto, cosa occorrerà costruire sul versante della lotta alla mafia, non possa prescindere dall’esperienza che è stata costruita qui in Sicilia da soggetti istituzionali, soggetti sociali, che questa battaglia la portano incisa sulla loro pelle – ha aggiunto – Credo che Salvini debba essere presente, perché gli compete ed è un suo dovere dal punto di vista del decoro istituzionale, ma credo che domani dovrebbe ascoltare. Lui, come gli altri ministri, molti dei quali per la prima volta si affacciano al tema della lotta alla mafia. Più che una lieta passerella in diretta televisiva occorreva l’umiltà dell’ascolto. E invece domani andrà come è stato previsto nelle scalette fatte in via Teulada. Ecco, tutto questo ahimè mi fa pensare al festino di Santa Rosalia e preferisco andare a Capaci».