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Carmen Consoli dopo Sanremo il tour siciliano

Carmen Consoli dopo Sanremo il tour siciliano

03.02.2017.

CATANIA – Impegnata nelle prove per il tour acustico, Carmen Consoli martedì 7 febbraio tornerà – attesissima – ospite sul palco dell’Ariston di Sanremo, con l’amico e collega Tiziano Ferro. Proporranno “Il Conforto”, brano con cui stanno spopolando in classifica e sul web.thumbnail_consoli-1-600x600

La sua Sicilia dovrà attendere aprile per ritrovarla in tour, in una formazione da camera, tutta al femminile: chitarra, violoncello e violino. “Tri fimmini acustiche” come le ha definite la Consoli. Un nuovo progetto in trio, ma antitetico rispetto al power trio dell’“Abitudine di tornare”: da febbraio 2017 Carmen Consoli sarà nei teatri con “Eco di sirene”, sul palco in punta di plettro con violino e violoncello – rispettivamente Emilia Belfiore e Claudia Della Gatta.

Tre le attese date siciliane – Palermo (11 aprile, Teatro Biondo), Agrigento (12 aprile, Teatro Pirandello), Messina (14 aprile, Palacultura) – che rientrano nella programmazione di PUNTOEACAPO CONCERTI 2017, con la direzione generale di Nuccio La Ferlita.

Eco di sirene è l’evoluzione di uno dei progetti più amati ed originali di Carmen: L’anello mancante(2008), un tour teatrale con il quale ha registrato il tutto esaurito in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, dominando la scena sola sul palco con le sue sei chitarre.

Come in quel concerto, la musica sarà la tela sulla quale tracciare riflessioni e impressioni personali; qui però i tre strumenti acustici si rimandano suggestioni diverse sugli stessi temi musicali e argomenti, dando così corpo all’ambivalenza connaturata al titolo stesso, Eco di sirene.

Una sirena è infatti al tempo stesso un suono d’allarme ed una creatura magica che canta per avvisare del pericolo. Una sirena ama e custodisce, assorda e allerta. Una sirena incanta e seduce. Ma può anche urlare e proteggere. È una mostruosa chimera ed una dolce fanciulla in cerca di un’anima.

Eco di sirene è quindi uno spazio nel quale accogliere e dar voce e corpo alle domande sul presente, ai piccoli momenti di gioia quotidiana e alla pluralità di risposte individuali.

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