Secondo gli ultimi dati Istat, la pasta ha visto lievitare i suoi prezzi del 17% tra marzo e aprile 2023. Questo significa che l’aumento si è verificato 2 volte più velocemente dell’inflazione.
L’attuale situazione è finita sotto la lente di ingrandimento di diverse organizzazioni pubbliche come la Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi.
Perchè si è verificato ciò?
L’aumento del prezzo della pasta si sta verificando da anni ormai. Se inizialmente si è verificato per motivi legati ai costi di produzione come il costo del grano e dell’energia sia per via di raccolti non redditizzi che per il conflutto Russo-Ucraino, attualmente, la motivazione cardine è una forte speculazione da parte dei principali produttori.
Adolfo Urso, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha convocato la Commissione di allerta rapida istituita con il Decreto Trasparenza e avrà il compito di monitorare la situazione.
Speculazione, aumento del costo delle materie prime e dell’energia: l’impatto sul prezzo della pasta
Il costo delle materie prime per la produzione della pasta, come il grano, è aumentato significativamente negli ultimi anni.
Da giugno 2021 a gennaio 2022, il grano è stato soggetto ad un incremento del prezzo pari al 90% sulla borsa merci di Foggia (istituita nel 2017 per i prodotti cerealicoli). Questo ha determinato per quel periodo:
un aumento del prezzo della pasta pari al 38% rispetto a settembre dell’anno precedente. Con un incremento che va da 1,10 euro a 1,40 euro al chilo;
un aumento potenziale fino a superare 1,50 euro in media in Italia (SkyTg24).
Ciò si verificò a causa di cattivi raccolti in Canada e Stati Uniti. Nel 2021, l’Italia importava quasi il 50% del fabbisogno di grano dal Canada, tra i più importanti produttori della materia prima a livello globale. In quel periodo, la riduzione subita nei raccolti canadesi era quasi pari al 54% rispetto all’anno precedente.
Sebbene queste cuase siano ormai superate e nel corso del 2022, si è verificato un importante aumento della produzione, con una crescita del 79,1% rispetto all’anno precedente, non c’è stata un’inversione sull’andamento dei prezzi della pasta in egual direzione. Questi dati, sottolineati da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazione consumatori, evidenziano un cambiamento positivo nella situazione dei raccolti e potrebbero avere un impatto sul trend dei prezzi della pasta nel prossimo futuro.
Malgrado la diminuzione dei prezzi del frumento duro a partire dall’aprile 2022, la pasta ha continuato a salire di prezzo in modo costante sin dal luglio 2021 (Corriere della Sera).
Coldiretti denuncia esplicitamente la speculazione riguardante il settore della pasta, sottolineando che questo alimento viene ottenuto tramite la lavorazione del grano e l’aggiunta esclusiva di acqua. Le divergenze osservate nelle quotazioni non hanno alcuna giustificazione, portando ad un allargamento della forbice dei prezzi che mette a rischio sia i bilanci dei consumatori che quelli degli agricoltori. Secondo i dati Istat, il prezzo della pasta è aumentato del 18% nell’ultimo anno, ma nel contempo i coltivatori di grano hanno ricevuto un pagamento inferiore del 30% nello stesso periodo. Tutto ciò avviene mentre la crescita dei prezzi dei beni alimentari si mantiene stabile con una media del +12,9%.
L’unica giustificazione in questo momento potrebbero essere i costi dell’energia, sia elettrica che gas, i quali sono aumentati di molto determinando rincari fino al 500% negli ultimi 12 mesi. Infatti, anche per noi consumatori, è stato annunciato da ARERA che il prezzo della bolletta della luce aumenterà del 25% mentre quello del gas fino al 15%.
Caro Vita: quanto incide sulle tasche degli italiani?
Secondo l’Osservatorio dei prezzi del Ministro del Made in Italy, il prezzo della pasta presenta attualmente delle variazioni:
a Milano il prezzo si attesta sui 2,3 euro al chilo;
a Roma raggiunge i 2,2 euro al chilo;
a Napoli si aggira intorno a 1,85 euro al chilo;
a Palermo si può trovare a 1,50 euro al chilo.
Secondo Altroconsumo, ogni 3 italiani, uno non è in condizioni economiche rosee. Nel primo semestre del 2022, circa il 30% degli italiani aveva dichiarato di non riuscire più a risparmiare. Ultimamente, questa indagine è stata ripetuta e il valore è aumentato del 10%.
Cosa potrebbe succere?
Riguardo al rincaro del prezzo della pasta, Assoconsumo ha dichiarato che i consumatori sono pronti a scioperare se non si vedranno cambiamenti; la pasta sugli scaffali aumenterà in linea con quelle che sono le leggi della domanda e dell’offerta.