di Elisa Guccione
TAORMINA – Michele Cinque è un giovane regista romano di origine nissena protagonista in questi giorni di numerosi Festival del Cinema con “Sicily Jass – the world’s first man in jazz”, dedicato all’appassionante storia del siciliano Nick La Rocca uno dei padri creatori della musica jazz. Lo incontriamo poco prima della presentazione al Taormina Film Festival scoprendo come la nostra terra sia legata alle suadenti e calde note della musica afroamericana.
Definisce Sicily Jass, come si legge sul suo sito www.sicilyjass.com/it/, “un viaggio nell’anima di un uomo che ha tentato, sbagliando q
uasi tutto, di riservarsi un posto tra le stelle della musica”. Come nasce l’idea di dedicare questo film alla figura emblematica e semisconosciuta di Nick La Rocca?
“L’idea di dare vita a questo docufilm nasce durante un mio viaggio cinematografico negli Stati Uniti per un progetto dedicato a Louis Armstrong e approfondendo ogni aspetto umano e musicale ho scoperto che il primo disco jazz è stato inciso dal siciliano Nick La Rocca, figlio di un ciabattino di Salaparuta. Appena ho appreso questa notizia, in me si è fatta strada la voglia di raccontare questo legame tra Sicilia e New Orleans”.
Immagino che non sia stato facile reperire tutto il materiale. In quanto tempo “Sicily Jass – the world’s first man in jazz” ha preso vita?
“A febbraio 2017 il disco di Nick La Rocca compirà cento anni e per creare un buon prodotto era necessaria anche un’accurata ricerca negli archivi degli USA, per capire quanto materiale riuscivo a trovare per dare corpo a questa storia. La scintilla che mi ha fatto capire che questo film doveva nascere a tutti i costi è stato ritrovare un video del 1937 in cui, grazie al contatto visivo, ho metaforicamente stretto la mano a questo personaggio e a tutti i musicisti della Original Diexieland Jass Band. Da quel momento è nata tutta la fase creativa decidendo che il racconto doveva partire dalla Sicilia e che Mimmo Cuticchio, insieme a Roy Paci e Salvatore Bonafede per la colonna sonora del film, sarebbero stati i protagonisti ideali di quest’avventura nel mondo del jazz. Ogni singola scena, battuta, fotogramma e studio sono stati la costruzione di un prodotto cinematografico lungo tre anni”.
Il film è stato riconosciuto come opera di interesse culturale con un finanziamento dal MiBACT, ha ricevuto il supporto di Rai Cinema e di Sicilia Film Commission. Quali sono state le difficoltà incontrate?
“Rispetto a tre anni fa i tagli si sono fatti sentire e ci tengo a sottolineare che il riconoscimento del Ministero e i vari finanziamenti sono arrivati un po’ alla volta. All’inizio è stato tutto davvero una bella scommessa, ma sono fiero di aver portato a termine questa mia idea”.
Fondamentale per la riuscita del film l’interpretazione di Mimmo Cuticchio, padre dell’Opera dei Pupi di scuola palermitana…
“Conosco Cuticchio da quando ero piccolo, poichè mio padre collaborava con lui come musicista. Ci siamo incontrati prima della stesura della sceneggiatura ed è ha creduto subito in quest’idea. Lavorare con una persona di tale cultura ed esperienza mi ha molto gratificato, soprattutto, quando abbiamo creato un dialogo immaginario con i pupi di farsa inseriti per dire quello che in realtà il narratore o altri personaggi non potevano dire”.
Ad esempio?
“Solo un pupo siciliano può dire che Nick La Rocca ha inventato il Jazz, perché in realtà è uno dei padri ma non è lui il creatore”.
Nel cast c’è un altro grande siciliano come Roy Paci. Ci racconta com’è nata questa collaborazione?
“Il personaggio interpretato da Roy Paci, senza farlo apposta sembra cucito addosso sulla sua pelle. Quando l’ho contattato è stato subito entusiasta del ruolo ed abbiamo iniziato a collaborare. Lavorare con Roy e con Salvatore Bonafede è stato sicuramente una grande scuola”.
Cosa si aspetta da questo film?
“Stiamo lavorando affinchè questo lavoro abbia anche una diffusione democratica in modo tale che arrivi sia nelle sale cinematografiche, anche se è molto difficile in generale uscire nei vari cinema, e venga apprezzato e conosciuto anche nei vari Festival”.
Dove sarà distribuito?
“Sicuramente in Rai. Abbiamo chiuso da poco una vendita con una televisione portoghese e come tutti i registi sogno che venga visto in sala”.
Quali saranno i suoi prossimi impegni?
“Sono impegnato in un lavoro sull’utopia e, probabilmente, presto vedrà luce un film con Cuticchio su Palermo”.
Elisa Guccione