di Elisa Guccione
CATANIA- Applausi senza sosta e standing ovation finale per “Agata Amor Omnia Vincit”, il primo musical sulla storia della Santuzza catanese nato dall’idea di Chiara Allegra, Paolo Filippini e Mirko Spinsanti, messo in scena dalla Compagnia Artesia in occasione delle festività Agatine al teatro Ambasciatori.
L’ambizioso e ben riuscito progetto teatrale sulla vita e sul martirio di Sant’Agata, interpretato da un ottimo, affiatato e numeroso cast composto da oltre cinquanta elementi e capitanato dagli straordinari Ornella Brunetto, Agata, ed Emanuele Puglia, Quinziano, grazie all’aiuto di un linguaggio giovane, fresco e accattivante e ad un supporto musicale di grande prestigio, riesce a commuovere ed emozionare in tutte le tre serate di programmazione il numeroso pubblico presente, tramandando e tutelando il patrimonio religioso-culturale della nostra città e creare anche uno stretto legame tra palcoscenico e devozione cristiana. Ogni gesto di danza ed ogni singola battuta o strofa stabilisce un’intensa osmosi comunicativa tra la passione vissuta da Agata prima bambina e poi donna e la devozione provata dai fedeli di ieri come oggi.
L’amore puro e incondizionato proprio come quello di Gesù sulla croce rivive nell’interpretazione di Ornella Brunetto che riesce quasi in maniera ascetica a dare vita alla forza e al coraggio di una giovane donna che combatte con fermezza anche dopo la morte per concretizzare la sua missione di vita. Perfetto Emanuele Puglia nel dare sfogo alla cattiveria e alla perfidia del proconsole Quinziano che non riesce ad accettare il rifiuto della giovane donna fino a mortificarla e mutilarla nel profondo della sua femminilità. Toccante la scena in cui dopo aver tentato di tutto per ottenere la sottomissione della martire cristiana alle divinità pagane e cedere alle sue effimere lusinghe ordina ai suoi soldati di strapparle la mammella lentamente e senza nessuna pietà tra la disperazione di Apolla, Raffaella Bella, eRao, Santi Consoli, e del corpo di ballo vestito a lutto fino a toccare l’apice dell’avvilimento quando dopo aver comandato di far bruciare viva Agata tra i carboni ardenti si abbandona alla pazzia del suo gesto muovendosi tra un particolare gioco di specchi. Intelligente la scelta di utilizzare durante l’intera rappresentazione il personaggio di “Semplice”, Elisabeth Navarra, una figura evanescente ed eterea che lega l’epoca di Agata con il nostro vivere oggi la cristianità.
Forte e incisivo il messaggio universale lanciato dallo spettacolo, promosso dal gruppo Telethon di Maurizio Gibilaro, che con le sue originali canzoni non delinea semplicemente la personalità della nostra Sant’Aituzza, ma ribadisce l’eterno ed immortale significato che l’amore vince su tutto.
Elisa Guccione