di Elisa Guccione
CATANIA- Partecipazione e commozione per l’omaggio all’indimenticato Marcello Perracchio e al compianto Lamberto Puggelli, che nel giorno dell’ottantaduesimo compleanno dello straordinario interprete del dottor Pasquano nel Commissario Montalbano l’Associazione TAI MA MU, sul palco del Must Musco Teatro, ha messo in scena lo spettacolo “Le Anime di Trezza – l’ultimo Padron ‘Ntoni” di Antonietta Sturiale per l’adattamento e la regia di Berta Ceglie.
In una sala gremita e partecipe presenti la moglie e i tre figli di Marcello Perracchio ai quali è stata consegnata una targa in memoria dell’attore ragusano scomparso lo scorso anno, che hanno ammirato con velata emozione le diverse palpabili evocazioni che si sono susseguite con l’ottima interpretazione del performer Filippo Velardita e l’appassionata voce di Maurizio Maiorana per uno spettacolo intelligente e di grande sensibilità, che ha visto in scena anche l’allieva del maestro di taiji Teresa Bortolot, pluri campionessa mondiale, Mariella Finocchiaro in un’esibizione con ventaglio e spada per ricordare tutte le influenze dei popoli mediterranei.
“L’intera messa in scena- dichiara la regista Berta Ceglie- è un pretesto, come lo fu per Verga, che accoglie tradizioni popolari che si esprimono tramite il rito, il canto e il movimento”. Dello stesso parere l’autrice Antonietta Sturiale che durante la consegna alla signora Franca Perracchio aggiunge: “I personaggi del mio testo li ho, oserei dire, “visionati” come una sorta di evocazione mistica e li ho ascoltati mentre si raccontavano con un’espressione di chi guarda a distanza, distaccandosi dal sé”.
Intense ed appassionata l’interpretazione delle anime immateriali rivestite dalla recitazione di un cast di eccellenti attori siciliani: David Coco (Bastianazzo), Mario Opinato (Ntoni), Amalia Contarini (Maruzza La Longa), Elmo Ler (Luca), Laura Tornambene (Mena), Lucia Portale (Lia), Dario Castro (Alessi), e il maestro Lamberto Puggelli (narratore VFC), Marcello Perracchio (Padron ‘Ntoni) per una rappresentazione, arricchita dagli eleganti costumi di Giorgia Salvo ricchi di richiami cromatici allusivi come il blu e il bianco del mare, che tocca le corde più intime dell’animo umano.
Interessante l’idea di creare una comunicazione quasi mistica tra l’anima veggente di Trezza, interpretata dalla stessa regista Berta Ceglie, con tutte le anime immateriali che pian piano si palesano in scena come ologrammi in un crescendo di mistero tra riti antichi della tradizione siciliana che donano all’intera pièce quello spessore in più per raccontare il volto della nostra terra che ha ancora tanto da dire e raccontare.
Elisa Guccione