MEZZOJUSO (PALERMO) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di Mezzojuso (Palermo), e il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente a una Commissione di gestione straordinaria.
La commissione straordinaria che guiderà il Comune di Mezzojuso fino alle elezioni, è composta da Daniela Lupo, viceprefetto Vicario, Valeria Gaspari, viceprefetto, Maria Cacciola, funzionario economico finanziario. “Nelle more dell’emanazione del formale conclusivo decreto – dice la Prefettura – da parte del Presidente della Repubblica, valutata la sussistenza dei presupposti d’urgenza previsti dal comma 12 del citato art. 143, il prefetto De Miro, ha disposto, con provvedimento in corso di notifica, la sospensione immediata degli organi comunali di Mezzojuso e l’affidamento della provvisoria gestione dell’Ente Locale ai Commissari”
Stupito l’ormai ex sindaco Salvatore Giardina. “Ho appreso, dagli organi di stampa, della decisione del Consiglio dei Ministri di scioglimento del comune di Mezzojuso per il concreto rischio di infiltrazioni mafiose. Mi riservo di conoscere i contenuti della relazione e le motivazioni che hanno portato a una tale decisione e valutare successivamente il da farsi. Voglio rassicurare i cittadini di Mezzojuso perché restino fiduciosi nelle Istituzioni, sicuro che il nostro ordinamento legislativo garantisce strumenti e rimedi adeguati a far valere le nostre ragioni nelle sedi opportune”.
“Ringrazio gli assessori e i consiglieri comunali, ai quali non posso che confermare la fiducia che ho sempre in loro riposto – aggiunge – per aver continuato ad amministrare questo comune, nonostante la denigratoria campagna mediatica della quale siamo stati oggetto, nell’esclusivo interesse dei cittadini di Mezzojuso. Se avessi avuto un qualsiasi motivo per ritenere di non aver svolto il mio compito in maniera assolutamente rispettosa delle leggi e delle istituzioni, non avrei esitato un attimo a dimettermi. È doveroso, in questo momento, avere il dovuto riguardo e rispetto della deliberazione assunta dal Governo”.
Soddisfatto Massimo Giletti, che nella sua trasmissione su La7 ha sollevato il caso delle sorelle Napoli, proprietarie terriere di Mezzojuso che da anni denunciano minacce e intimidazioni di stampo mafioso. “Non è mai un bel giorno per un Paese quando una cittadina viene commissariata per mafia, ma questa è stata una nostra battaglia ed è la testimonianza che la televisione che lotta fino in fondo, credendo nella battaglia che fa, alla fine vince”.
“In una giornata così vince lo Stato, vince il prefetto che in autonomia hanno preso questa decisione – aggiunge Giletti -. Noi abbiamo acceso la luce, i fari su questa vicenda, non abbiamo abbandonato tre donne che erano sole. Sono contento perché vuol dire che quello che abbiamo intuito aveva basi molto profonde”.
Una battaglia che Giletti porta avanti dal 2017 e che a maggio scorso lo ha visto andare in onda proprio da Mezzojuso: “Erano quindici anni che una televisione non faceva una puntata dalla Sicilia parlando di mafia: noi siamo andati nel cuore della cittadina, accettando la sfida del sindaco, perché eravamo convinti che quello che stavamo raccontando fosse vero. Per fortuna – chiosa il giornalista – c’è una televisione che continua a battersi, non solo la tv lavanderia che brucia le notizie di cronaca senza poi tornarci”. Anticipando che le sorelle Napoli torneranno ospiti domenica prossima di Non è L’Arena, Giletti conclude sottolineando che “questa storia dà una speranza anche alla Sicilia che vuole cambiare”.