«Il Teatro Stabile di Catania vive una fase di rilancio e torna a proporsi alla città e al territorio con l’autorevole ruolo di propulsore artistico e culturale che svolge da più di sessant’anni. Con piena coscienza delle tante difficoltà che ancora segnano la gestione e la vita dell’ente, un particolare ringraziamento va a tutti i lavoratori e agli artisti che, con il loro impegno, hanno consentito di raggiungere questo risultato». Così il presidente Carlo Saggio ha espresso oggi in conferenza stampa – nella sala Verga affollata di pubblico, artisti e stampa – la soddisfazione dell’intero Consiglio di Amministrazione per la nuova fase della storia dello Stabile etneo, che è stato riconfermato tra i “teatri di rilevante interesse culturale” ed è pronto ad annunciare la stagione 2018-19, anche in forza delle rassicurazioni dell’Assemblea dei Soci, rappresentate dal Sindaco Enzo Bianco per il Comune e la Città Metropolitana e dall’Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo Sandro Pappalardo per la Regione.
Proprio Enzo Bianco annuncia una boccata d’ossigeno per i lavoratori che, nonostante una gestione virtuosa, da tre mesi non percepiscono lo stipendio per carenza di liquidità dovuta al ritardo degli emolumenti pubblici: «Siamo fieri – ha detto Bianco – di avere salvato da una sorte infausta un ente prestigioso come lo Stabile catanese, che un anno fa ha rischiato seriamente la chiusura. L’impegno profuso insieme alla Regione attraverso l’opera del commissario Giorgio Pace, ha consentito di risanare un ente che era stato gestito per troppi anni con poca attenzione, sul piano non solo amministrativo. Il peggio è passato, e intanto sono lieto di anticipare che già la prossima settimana, nonostante le problematiche legate al bilancio 2017, la Città Metropolitana erogherà il contributo che consentirà di pagare gli stipendi pregressi».
Sulla necessità di valorizzare, in generale, i teatri storici dell’isola, tra i quali appunto lo Stabile etneo ma anche il Bellini di Catania, ha insistito l’Assessore regionale Sandro Pappalardo:«Sebbene il bilancio regionale sia davvero carente, abbiamo fatto in modo da ripristinare, e sia pur di poco aumentare, le quote previste in Finanziaria. Ma gli enti culturali non devono solo sopravvivere, bensì essere fonte e modello di crescita e produttività. Stiamo quindi per varare un piano di promozione per far sì che gli enti suddetti possano ottimizzare e mettere a profitto le risorse impiegate nella produzione: un’offerta che, se non viene adeguatamente pubblicizzata, rischia di rimanere lettera morta. I teatri, e le varie istituzioni culturali, devono essere messi in condizione di incrementare l’autofinanziamento, vendendo i propri pacchetti fuori dei confini regionali e nazionali».
Ed ecco il “pacchetto” del TSC: una rosa di 16 titoli, 3 fuori abbonamento, che sono per metà produzioni o coproduzioni targate TSC, animate da prestigiosi artisti del panorama teatrale nazionale. Il programma, variegato e articolato, trascorre dai capolavori teatrali alle trasposizioni di celebri romanzi, fino alla nuova e più recente drammaturgia, affrontando tematiche universali e urgenti, come l’ipocrisia dei benpensanti, il terrorismo, l’omofobia, la demenza senile, l’amore incorruttibile e l’inganno d’amore, il riscatto dal degrado sociale, l’epopea storica, il disagio esistenziale, la condizione femminile, il sentimento religioso.
«Si tratta di una stagione – evidenzia Lina Scalisi, vicepresidente dell’ente – che si inscrive pienamente nelle linee culturali attuate in questi ultimi mesi per rinsaldare i legami che uniscono il Teatro Stabile al pubblico, alla città, al territorio, nella piena convinzione che il Teatro possa e debba contribuire a rafforzare identità e coscienza critica, che sono poi la base di una cittadinanza piena e consapevole».
E “Connessioni umane” è fil rouge del nuovo cartellone, titolo scelto dal neodirettore Laura Sicignano proprio per evidenziare la rete di relazioni e reazioni che s’intrecciano nel gran teatro del mondo, di cui la drammaturgia è specchio. «Io credo – sottolinea Laura Sicignano – che ancora il teatro, questo spazio antico, sia la connessione umana possibile. Qui l’incontro reale tra persone è occasione di autentica connessione. Continuo a pensare che il teatro – il buon teatro, quello d’Arte, quello che uno Stabile deve portare – sia vitale specchio di umanità, ricucia ferite individuali e sociali, sia dispositivo di benessere, pensiero e bellezza. In questa direzione è stata costruita questa nuova Stagione che rappresenta per il Teatro Stabile di Catania un ulteriore passo verso la ricostruzione della propria identità e della necessaria connessione con la città e con il mondo.»
Produzioni
S’inaugura con Scintille, testo e regia di Laura Sicignano, pluripremiato in Italia e all’estero, atto unico affidatoall’interpretazione di Laura Curino. Si restituisce voce alle 146 operaie, per lo più giovani italiane emigrate, vittime nel 1911 a New York del famoso incendio della fabbrica di camicette TWC. La grande epopea dell’emigrazione italiana dal punto di vista delle donne. (9-14 ottobre 2018, produzione Teatro Stabile di Catania)
Leo Gullotta debutta in un nuovo ruolo pirandelliano: l’anticonvenzionale, egocentrico eppur generoso professor Toti che scombina le carte in Pensaci, Giacomino!, una commedia in cui la sfida al perbenismo si traduce paradossalmente nella più strenua difesa delle relazioni familiari. Lettura drammaturgica e regia sono di Fabio Grossi; completano il cast Sergio Mascherpa, Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Francesco Maccarinelli, Valerio Santi. (30 ottobre – 11 novembre 2018, produzione Teatro Stabile di Catania, Compagnia Enfi Teatro)
Nel decennale del debutto e in concomitanza con la festa della Patrona, il coreografo e regista Roberto Zappalà riallestisce con la sua Compagnia Zappalà Danza uno spettacolo di culto come A. Semu tutti devoti tutti?, creazione per 8 danzatori e 4 musicisti, musica originale di Puccio Castrogiovanni, eseguita dal vivo dai Lautari; drammaturgia di Nello Calabrò e Zappalà. Il lavoro nasce dalla necessità di indagare il sentimento di appartenenza che una società secolarizzata e medializzata prova verso il trascendente. E Sant’Agata propone un’identificazione città/popolo/santa che a Catania avviene in maniera inestricabile. (6-10 febbraio 2019, produzione Teatro Stabile di Catania, Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Produzione della Danza)
Fronte del porto è uno spettacolo di Alessandro Gassmann che ha chiesto ad Enrico Ianniello di tradurre e adattare il testo originale scritto da Budd Schulberg con Stan Silverman. Daniele Russo è il protagonista che, con la propria redenzione e il proprio coraggio, dà ad una comunità di onesti lavoratori, vessati dalla malavita organizzata, la forza di rialzare la testa. Siamo lontani dalle atmosfere del film di Elia Kazan con Marlon Brando. L’azione, dagli Stati Uniti degli anni ’50, si sposta nella Napoli degli anni ’80, nel porto dove la camorra sfruttava gli operai. (19 febbraio – 3 marzo 2019 produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro di Napoli – Teatro Bellini)
La rondine (La canzone di Marta) del catalano Guillem Clua viene riproposta dopo il recente debutto estivo nella traduzione di Martina Vannucci e l’adattamento Pino Tierno, per la regia di Francesco Randazzo, con Lucia Sardo e Luigi Tabita; lei una laica madre dolorosa, lui il giovane compagno del figlio morto in un attentato di matrice omofoba. Una pagina di teatro civile in cui vince la capacità di non abbandonarsi all’odio e condividere il dolore degli altri. (produzione Teatro Stabile di Catania, Associazione Teatro Biondo Stabile di Palermo)
Una matura, affascinante attivista stenta a tenere unita la famiglia allargata, nucleo sociale sempre più diffuso, su cui ruota l’umorismo british di Apologia, brillante commedia agrodolce dell’anglo-greco Alexi Kaye Campbell; la traduzione è di Monica Capuani, la regia di Andrea Chiodi, in scena Elisabetta Pozzi con Giovanni Franzoni, Emiliano Masala, Christian La Rosa, Francesca Porrini, Laura Palmeri (14-26 maggio 2019, produzione Teatro Stabile di Catania, CTB Centro Teatrale Bresciano)
Spettacoli ospiti
Di rilievo sono anche gli spettacoli ospiti, a cominciare dalle trasposizioni di opere della narrativa universale, come la straordinaria storia d’amore di uno dei più amati romanzi del Novecento, Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov; la drammaturgia è di Letizia Russo, la regia di Andrea Baracco; interpreti principali Michele Riondino, Anna Maria Guarnieri, Federica Rosellini. (27 novembre – 2 dicembre 2018, produzione Teatro Stabile dell’Umbria)
Dal romanzo di Aldo Palazzeschi è tratto a sua volta Sorelle Materassi, libero adattamento di Ugo Chiti, regia di Geppy Gleijeses, mentre Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati danno vita al vivace trio di zie, turbate e sfruttate da un nipote bello e spregiudicato (22-27 gennaio 2019, produzione Gitiesse Artisti Riuniti in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi).
Anche I Miserabili di Victor Hugo rivivono sulla scena nell’adattamento teatrale di Luca Doninelli, per la regia di Franco Però. Franco Branciaroli è il mattatore nel ruolo del generoso galeotto Jean Valjean, la cui vicenda tocca sentimenti forti e talvolta estremi, come la dignità, il dolore, la misericordia, la giustizia, il male, la redenzione. (12-17 marzo 2019, produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de Gli Incamminati)
Le connessioni umane e la loro manipolazione deteriore hanno una declinazione addirittura paradigmatica nel romanzo epistolare di Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose, che approda in scena grazie al progetto e all’elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, che affrontano anche i ruoli principali insieme a Gaetano Colella; la regia è della stessa Bucci con la collaborazione di Sgrosso. (2-7 aprile 2019, produzione CTB Centro Teatrale Bresciano)
La carrellata prosegue con Il gabbiano di Anton Cechov, versione italiana di Danilo Macrì, regia Marco Sciaccaluga conAlice Arcuri, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Francesco Sferrazza Papa e Federico Vanni: un classico sulle connessioni tra Arte e Vita, capace di parlare a tutte le generazioni: ai giovani, vittime del loro dolore esistenziale e agli adulti, che stentano ad accettare il trascorrere degli anni. (19-24 marzo 2019, produzione Teatro Stabile di Genova)
Tra le ospitalità anche due testi di nuova drammaturgia. Il Padre è una commedia delicata e ironica scritta nel 2012 daFlorian Zeller; Piero Maccarinelli dirige Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere, rispettivamente nei ruoli di un dinamico genitore incurante dei primi segni dell’Alzheimer e di una figlia che vuole proteggerlo via via che la memoria si affievolisce insieme alla “connessione” con la realtà. (11-16 dicembre 2018, produzione Goldenart Production)
Una storia di riscatto, un’altra, è La Classe di Vincenzo Manna, regia di Giuseppe Marini, con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido: disagio e criminalità sono all’ordine del giorno in una periferia che accoglie il sinistro campo profughi “Zoo” e un Istituto professionale che è specchio del degrado. Un professore saprà fare leva sulla rabbia degli studenti sospesi per motivi disciplinari, fino a conquistare la loro fiducia. (8-13 gennaio 2019, produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri, Goldenart Production, Società per Attori)
Fuori abbonamento
Ritorna a grande richiesta Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello: Michele Placido, regista e interprete, ha firmato lo scorso ottobre una messinscena di grande successo che partirà da Catania per una lunga tournée nazionale e vedrà il misterioso sestetto intento ad animare un metateatro di suggestioni soprannaturali. Accanto a Michele Placido (il padre) agiscono Guia Jelo (la madre), Dajana Roncione (la figliastra) e un cast di attori tutti siciliani. (20 ottobre 2018, produzione Teatro Stabile di Catania, Goldenart Production)
Studio per “Carne da macello” è un progetto teatrale sul femminicidio, scritto e diretto da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi per denunciare anche sulla scena il delitto di genere e la mercificazione del corpo della donna. (25 novembre 2018, produzione Teatro Stabile di Catania in collaborazione con Banned Theatre)
Li buffoni è tratto da un canovaccio del ’600 di Margherita Costa; il regista Nanni Garella prosegue così il suo lavoro con gli attori “basagliani” di Arte e Salute, confrontandosi con la Commedia dell’Arte: una commedia “strana”, almeno quanto la vita dei nostri giorni, in una lingua fantasiosa, matta, creativa, perché mescida varie lingue, e quindi globale. (4-8 dicembre 2018, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con Arte e Salute onlus)