Un nuovo pacchetto di riforme per il Paese e una nuova organizzazione, “di 80-90 persone” che gestisca a livello Regionale e nazionale il M5S. Luigi Di Maio, nel decimo anniversario del M5S e in occasione della kermesse della Mostra d’Oltremare imprime una svolta al programma di governo e, soprattutto, all’organigramma del Movimento, provando a sedare ribellioni e diserzioni. Ma ad animare Italia 5 Stelle, ben più dell’anno scorso, c’è il premier Giuseppe Conte.
Il capo del governo sceglie di entrare nel cuore della kermesse, con un giro tra gli stand che, solo un’ora prima aveva concluso il capo politico, e parlando dal palco dell’Arena Flegrea, direttamente agli attivisti. Che gli tributano una standing ovation. Conte e Di Maio compaiono sul palco a sera, insieme, in una doppia intervista che nasconde il dilemma odierno del Movimento, in equilibrio tra coabitazione e dualismo tra il premier e il leader del Movimento. E al giornalista che lo incalza sul suo futuro politico Conte esclude un solo dato, quello di una nova formazione da lui guidata. “Ci sono già molti soggetti politici, dobbiamo lavorare con quelli che ci sono”, spiega Conte. Poi il premier resta solo sul palco. E parla ai militanti che, sin dal discorso di Di Maio, riempiono l’arena. “Dicevano che eravate l’anti-politica, invece voi siete la buona politica, voi onorate le istituzioni con trasparenza e correttezza”, sottolinea Conte imprimendo il suo fortissimo timbro sulla kermesse.
“Noi siamo post-ideologici, e vuol dire cercare una terza via”, spiega Di Maio, annunciando il prossimo traguardo del Movimento al governo: “una riforma, anche costituzionale, in cui su ogni problema, su ogni settore, ogni cittadino sappia qual è l’ente di riferimento che può portare una soluzione”. “Abbiamo vissuto dieci anni in cui siamo stati molto arrabbiati. Ma adesso nei prossimi dieci anni dobbiamo caricarci sulle spalle il Movimento e coinvolgere, con lo studio e il ragionamento, tante persone”, è la linea tracciata dal leader M5S. E il Movimento, a Napoli, sembra ritrovarsi. Un pranzo tra Grillo, Di Maio e Casaleggio, con Gunter Pauli sigilla la tregua interna ai vertici.