I camminamenti segreti da cui le suore guardavano senza essere viste; le cappelle inedite e i saloni aperti di rado di un luogo invece conosciutissimo come è la Cattedrale di Sant’Agata; tre complessi termali che affondano nei secoli: sarà un viaggio dall’alto e dal basso, quello che “Le Vie dei Tesori”, dal 19 ottobre al 4 novembre, per tre fine settimana, condurrà nel cuore antico di Catania. Alla ricerca della città romana, degli sfarzi dei Viceré, delle tracce lasciate sotto lava e terremoti. L’iniziativa arriva nella città sbozzata nella lava, “Melior de cinere surgo” (“Meglio dalla cenere risorga”) è il suo motto, distrutta e rinata più volte, per raccontare 32 luoghi scelti con istituzioni, privati e realtà d’eccellenza della città.
L’edizione catanese del festival è stata presentata nel Palazzo della Cultura dal sindaco Salvo Pogliese che ha sottolineato come «le Vie dei Tesori arricchisca il percorso virtuoso di apertura dei luoghi della cultura alle comunità, consapevoli dell’importanza del fare rete, tutti insieme, pubblico e privato».
«Catania sta diventando un punto di riferimento per il turismo internazionale – ha detto l’assessore regionale al Turismo Sandro Pappalardo – con il barocco, i siti storico-artistici e paesaggistici. E tutta la città, a partire dall’amministrazione comunale, è chiamata a sostenere e valorizzare progetti come questo».
L’assessore comunale alla Cultura, Barbara Mirabella, ha osservato come «Catania sta ritrovando il piacere di manifestazioni che permettono di vivere i luoghi dell’arte e stimolano un nuovo modello di marketing per favorire flussi turistici e facilitare i percorsi di visita e di fruizione della bellezza».
Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori Onlus, ha spiegato che «arrivare qui è stato quasi necessario: Catania possiede una ricchezza di siti che il nostro storytelling, che è poi il marchio del festival, non poteva ignorare».