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Dati Covid falsi, Razza non risponde ai pm In assessorato resta solo un dirigente

Dati Covid falsi, Razza non risponde ai pm In assessorato resta solo un dirigente

31.03.2021.

PALERMO – L’ex assessore regionale alla Salute Ruggero razza, indagato nell’ambito dell’inchiesta sui dati falsi sulla pandemia in Sicilia comunicati all’Istituto superiore della Sanità, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Trapani.

Razza, che si è dimesso oggi in seguito all’inchiesta, era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Enrico Trantino. «Ruggero Razza dimostrerà l’inconsistenza delle accuse e l’errore di ricostruzione compiuto da magistrati territorialmente incompetenti», ha affermato l’avvocato Trantino, intervenendo alla trasmissione “Prima linea” dell’emittente televisiva Telecolor, parlando di “campagna d’odio” contro il suo assistito. Il penalista ha confermato che l’assessore si è presentato davanti ai Pm di Trapani avvalendosi della facoltà di non rispondere. «Non è stato dimostrato – aggiunge l’avvocato Trantino – che i dati sono stati forniti in modo falsato che quale siano stati realmente inviati. C’è un solo dato certo: che l’assessore Razza con grande senso delle istituzioni ha ritenuto doveroso dimettersi per non creare intralcio in comparto molto delicato nel momento più difficile e d’emergenza vissuto dalla sanità». «No allo sciacallaggio politico. Questa è una vicenda che avrà pesanti strascichi personali, politici e sociali. Basterebbe conoscere la norma per evitare errori. Sui ritardi Razza è intervenuto, rimuovendo alcuni dirigenti».

Nel frattempo perquisizioni negli uffici, computer al setaccio, cellulari sequestrati: si è abbattuto un vero terremoto negli uffici dell’assessorato regionale alla salute, in piazza Ottavio Ziino, a Palermo, dopo gli arresti di Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dasoe, del funzionario regionale Salvatore Cusimano e di Emilio Madonia, dipendente della società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato. Mentre il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha assunto l’interim della Salute, in assessorato il più alto dirigente in carica resta Mario la Rocca, direttore generale del dipartimento. Potrebbe essere proprio quest’ultimo a prendere l’interim della collega Di Liberti, posta agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine sui dati falsi. Con le dimissioni di Razza, decade contestualmente l’intero ufficio di gabinetto, cioè il personale di staff che supporta l’assessore, formato da 14 persone, compreso il capo di gabinetto, il quale deve essere un dirigente regionale interno; delle altre 13, soltanto 4 possono essere figure esterne. Musumeci potrebbe anche decidere di mantenere intatto l’ufficio di gabinetto di Razza. ” Oggi il conteggio dei dati si è bloccato perché se ne occupava l’ufficio della collega Di Liberti – spiega Mario La Rocca al telefono -. Era immaginabile che il report quotidiano si bloccasse». Nel frattempo, nell’hub della Fiera del Mediterraneo, a Palermo, le vaccinazioni continuano regolarmente.

A sostegno di Razza si schiera l’intera giunta della Regione. «In questi anni di duro e gratificante lavoro in giunta di governo, con il presidente Musumeci, abbiamo avuto occasioni quotidiane di confronto e di lavoro. Abbiamo conosciuto e apprezzato Ruggero Razza: uomo perbene, avvocato esperto, assessore appassionato e competente», affermano i componenti della Giunta della Regione Siciliana. «Nel ribadire il rispetto per l’attività della magistratura, a cui chiediamo però di fare presto – prosegue la nota – con convinzione e partecipazione sentite, esprimiamo all’amico Ruggero l’augurio di superare l’attuale momento, consapevole della sua integrità morale e certi, pertanto, che la sua estraneità ai fatti contestati verrà prontamente accertata».

La dichiarazione è contenuta in una nota firmata «con affetto e stima», dagli «assessori del governo regionale: Gaetano Armao, Daniela Baglieri, Toto Cordaro, Marco Falcone, Roberto Lagalla, Manlio Messina, Alberto Samonà, Antonio Scavone, Toni Scilla, Mimmo Turano e Marco Zambuto».

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