di Elisa Guccione
CATANIA- Raccontare la complessa personalità di un genio senza eguali come quella di Ludwig Van Beethoven non è semplice. Il rischio di poter sembrare troppo enfatici, di tralasciare qualcosa e cadere nell’approssimazione è molto facile ma Nicola Costa con la passionalità che contraddistinguono da sempre i suoi lavori nella pièce “Dear Ludwig”, giunta al suo sesto allestimento in dieci anni, in replica fino al nove dicembre al Teatro del Canovaccio, riesce delineare tra passioni, dolori, amori e grandi sentimenti la figura umana ed artistica del musicista tedesco.
Un atto unico dal ritmo incandescente, che rapisce e incuriosisce lo spettatore raccontando, attraverso l’acuta regia e l’intensa interpretazione di Nicola Costa, un Beethoven senza la patina aurea dell’incommensurabile genio artistico ma un uomo a tratti irascibile e dalla grande umanità capace di evocare forti emozioni, le stesse che riversa nelle sue note dove parole e musica sono strettamente legate alla sua parabola esistenziale. L’indissolubile legame con la madre, il dramma della sordità, il tormentato amore per Theresa, interpretata da una sempre brava Alice Sgroi, l’amicizia con il fidato Wegeler (Gianmarco Arcadipane) e Goethe, (Franco Colaiemma), i divertenti battibecchi con la cameriera, (Carmela Silvia Sanfilippo) e le premure per il fratello Johan (Angelo Ariosto), fino al toccante momento del testamento di Heiligenstadt, in cui il padre del classicismo viennese emerge con tutta la sua sofferenza rinnovando e ricordando nell’estremo momento tutto l’amore per la sua famiglia d’origine, sono i momenti salienti di una importante pagina teatrale da vedere e rivedere.
Uno spettacolo dinamico e coinvolgente in cui l’affiatato gruppo di attori scendono e salgono dal palcoscenico seguendo il travaglio psicologico di Beethoven che ama, soffre, vive e muore senza mai tradire la sua arte e senza inginocchiarsi al volere dell’imperatore Napoleone. Un ritratto sincero, accompagnato dalle sonate per pianoforte più note come Al chiaro di Luna, Patetica e Appassionata in cui traspare tutta la sofferenza umana di un protagonista senza tempo della scena mondiale, un uomo prigioniero della sua malattia e della sua grandezza artistica, che ha delineato l’essenza più vera di un’anima tormentata e innamorata della musica, l’unica fidata amante che l’ha accompagnato fino all’ultimo dei suoi giorni regalandogli quell’energia che nessuna donna o gloria terrena poteva colmare.
Elisa Guccione