Articoli e Lavori

News e Progetti
Disagi e difficoltà per i malati oncologici al Policlinico di Catania

Disagi e difficoltà per i malati oncologici al Policlinico di Catania

13.10.2024.

di Elisa Guccione

Può il reparto oncologico del Policlinico di Catania, eccellenza medica del nostro territorio, non preoccuparsi di accogliere al meglio i delicati malati oncologici?
Il secondo piano del padiglione due, quello dedicato alle cure di chi è affetto da tumore è, come dichiarano i malati, la struttura più evanescente di tutto il nosocomio
“Chi come me- spiega Miriam L paziente oncologica– deve sottoporsi a sedute di chemioterapia è costretto ad affrontare situazioni abbastanza difficili anche per l’inadeguatezza della struttura che non consente di poter avere quel minimo di serenità per affrontare il processo medico, poiché l’ascensore è sempre guasto, i posti a sedere nelle sale d’attesa o non bastano o sono troppo rigidi e durante il periodo estivo spesso i condizionatori o non ci sono o sono guasti”.
Una situazione già problematica con queste carenze strutturali diventa ancora più difficile da affrontare nonostante i sorrisi, l’accoglienza e l’alta professionalità dei medici.
“Noi malati oncologici- continua Miriam- non vogliamo una corsia preferenziale, ma essendo dei soggetti un pò più delicati degli altri con cure devastanti spesso da affrontare, chiediamo solo una maggiore considerazione e una cura manuntentiva costante degli ambienti, perché è assurdo che il reparto oncologico si trovi al secondo piano con gli ascensori perennemente guasti. Mi chiedo se non si può risolvere il problema per la mancanza di denaro pubblico da utilizzare, non sarebbe più rispettoso nei confronti di chi sta male spostare il reparto ad un piano basso a cui si può accedere anche senza fare scale?”.
È giusto da parte degli organi di competenza fornire delle risposte nel minore tempo possibile, perché il rispetto del malato è la base di una società civile e democratica.
“L’attesa per poter accedere ad una seduta di chemioterapia è già da sola una prova di forza- conclude Miriam- e quando nella sala d’attesa non sono presenti in numero sufficiente neanche le sedute tutto diventa ancora più complicato e mi domando perchè oltre al danno della malattia dobbiamo affrontare anche quest’altra prova”.
La testimonianza di Miriam è una delle tante voci di chi sta affrontando la propria guerra personale, fatta anche di ostacoli indipendenti dalla propria volontà, che devono essere superati ed abbattuti, in quanto oltre alla fondamentale ed indiscutibile professionalità dei medici è giusto che questo percorso debba essere vissuto nel modo più tranquillo e rispettoso possibile.
Elisa Guccione

S H A R E: