CATANIA – «Nell’incertezza generata dal possibile dissesto del Comune di Catania, e con un ritardo nei pagamenti anche superiore ad un anno, in assenza di un intervento immediato le cooperative sociali non saranno più in grado di svolgere la propria attività». Lo affermano le associazioni del movimento cooperativo Agci, Confcooperative, Legacoop, Unci e Unicoop.
«Ciò ancor di più – sottolineano – per il fatto che la sola notizia del rischio dissesto ha causato l’immotivata sospensione dei pagamenti da parte degli uffici con ciò aggravando la già drammatica situazione delle cooperative, che da anni, con senso di responsabilità e attenzione ai bisogni sociali, hanno anticipato costi garantendo la continuità dei servizi. Invitiamo pertanto l’amministrazione comunale – aggiungono le associazioni – a sbloccare i pagamenti, procedendo con immediatezza almeno ad alcune mensilità per consentire di mantenere attivi i servizi senza causare gravi disagi all’utenza già caratterizzata da condizioni di difficoltà sociale» e contestualmente auspicano che «si apra un tavolo di lavoro con le rappresentanze datoriali e sindacali per mettere in atto una comune strategia volta a fronteggiare la crisi».
Le stesse associazioni si rivolgono anche alla deputazione e al governo nazionale evidenziando che «occorre prendere atto della gravissima situazione sociale e occupazionale che si genererebbe con la chiusura delle cooperative che operano con il Comune di Catania dando lavoro ad oltre 1.000 addetti specializzati». Ma non solo. «E’ infatti paradossale – osservano le associazioni – che le cooperative che devono subire ritardi nei pagamenti debbano contestualmente pagare tasse e contributi previdenziali. E allora, almeno in caso di dissesto, va sospesa ogni richiesta di crediti relativi all’ente in dissesto da parte di erario, Inps, Inail, Riscossione Sicilia e ogni altra amministrazione statale».