‘Dj Fabo e’ morto alle 11,40, ha scelto di andarsene rispettando le regole, di un paese che non e’ il suo”. A dare la notizia è Marco Cappato sul suo profilo Facebook. Nella struttura svizzera dove Fabiano è morto – la clinica Dignitas di Forck – presenti la mamma, la fidanzata e alcuni amici.
Cappato, domani andrò ad autodenunciarmi – “Al mio rientro in Italia, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità”. Lo ha detto Marco Cappato all’ANSA. Il reato che si configurerebbe sarebbe quello di ‘aiuto al suicidio’, ha detto. Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, ha accompagnato Dj Fabo in Svizzera per ottenere il suicidio assistito in una clinica specializzata.
Dj Fabo “ha morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale: era molto in ansia perche’ temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato”. A raccontare all’ANSA gli ultimi momenti di vita del Dj Fabo, che ha ottenuto il suicidio assistita in una clinica svizzera, è Marco Cappato dell’Associazione Coscioni, che ha accompagnato Fabo in questo suo ultimo viaggio.
Il giovane, cieco e tetraplegico dal 2014 a causa di un incidente stradale, ha anche scherzato poco prima di dare avvio alla procedura: “E se non ci riesco? Vorrà dire – ha detto Dj Fabo, come racconta Cappato – che tornerò a casa portando un po’ di yogurt, visto che qui in Svizzera è molto più buono”. Appena terminate le procedure preliminari però, ha proseguito Cappato, “Dj Fabo ha voluto procedere subito, ha voluto farlo subito senza esitare”.
Dj Fabo agli amici, ‘fatemi un favore,mettete sempre cinture’ – “Non prendetemi per scemo ma devo chiedervi un favore: mettete sempre le cinture. Non potete farmi un favore più grande”. Sono le parole che Dj Fabo ha detto ai tre amici che lo hanno accompagnato nella clinica svizzera dove ha ottenuto il suicidio assistito e che sono rimasti con lui fino alla fine. Lo riferisce all’ANSA Marco Cappato, dell’Associazione Coscioni, che ha seguito ed accompagnato Dj Fabo nella clinica oltralpe. Dj Fabo è rimasto cieco e tetraplegico dopo un grave incidente stradale nel 2014. Il giovane, racconta Cappato, “ha pronunciato queste parole da solo, senza aiuti. Ha trascorso i suoi ultimi momenti in vita con gli amici ed i familiari più stretti. Fino a poco prima che ci lasciassimo – afferma Cappato – ha continuato a ringraziarmi”. Fabiano Antoniano, questo il nome del 40enne tetraplegico e cieco dall’estate 2014 in seguito ad un grave incidente stradale, aveva chiesto al tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni di accompagnarlo in Svizzera, in una clinica specializzata.
“Fabo è libero – affermano Marco Cappato e Filomena Gallo della Associazione Luca Coscioni – e la politica ha perso. L’esilio della morte è una condanna incivile. Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall’impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente”.
“Sono finalmente arrivato in Svizzera – aveva detto stamani Fabiano nel suo ultimo audio – e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Grazie a Marco Cappato per avermi sollevato da un inferno fatto di dolore”. Con Fabo c’è Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni.
“Grazie a te Fabo”, è la risposta di Marco Cappato, che ora – secondo Filomena Gallo, segretario dell’associazione Coscioni – rischia fino a 12 anni di carcere. Gallo ha ricordato come molti malati siano “costretti ad emigrare per ottenere l’eutanasia e ciò è discriminatorio anche per i costi che ciò richiede, fino a 10mila euro”.
Tutti messaggi per DJ Fabio, anche sul suo profilo social, di saluto, affetto, commozione, tristezza, “auguri di buon viaggio”. Ma anche critiche allo “Stato sordo”. A questi si sono aggiunti però anche gli appelli come quelli di Dj Aniceto, “per favore vivi”, e di Matteo Nassigh, 19 anni, disabile gravissimo dalla nascita, pubblicato stamani sull’Avvenire: “non chiedere di morire, noi non possiamo correre ma siamo pensiero, e il pensiero migliora il mondo”.
Il dibattito sulle norme in materia di eutanasia è stato avviato in Parlamento per la prima volta nel marzo 2013 e attualmente vi sono sei proposte di legge (una di iniziativa popolare presentata proprio dalla Coscioni) che dovrebbero confluire in un unico testo di legge, ma è tutto fermo da un anno. Va invece un po’ più spedito il ddl sul Biotestamento, ma è stato proprio il terzo rinvio all’approdo in Aula alla Camera a determinare l’appello di due giorni fa di DJ Fabo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “sbloccare lo Stato di impasse voluto dai parlamentari”.