MILANO – «Io dalla galera ho pagato 2 milioni di euro di tasse, chi l’ha mai pagato un solo euro di tasse dalla galera, Mantovani? O Formigoni, che non andrà mai in galera?». Così Fabrizio Corona, prendendo la parola davanti alla Sezione misure di prevenzione di Milano che dovrà decidere se confiscare o meno gli ormai famosi 2,6 milioni di euro in contanti e la sua casa, si è difeso facendo ancora riferimento alla provenienza «lecita» di quelle somme, dicendo di aver pagato in tutto «9 milioni» di tasse e attaccando anche l’ex Governatore lombardo e l’ex “numero due” del Pirellone, coinvolti in procedimenti giudiziari a Milano. In questo passaggio delle dichiarazioni l’ex “re dei paparazzi” è stato ripreso dai giudici, come altre volte, per la sua foga. Intanto, si è saputo che la Dda di Milano ha presentato ricorso in appello per le accuse cadute, tra cui l’intestazione fittizia di beni, nel processo sui 2,6 milioni in contanti (è stato condannato a un anno per un altro fatto). E’ emerso anche che Corona è indagato per riciclaggio in Austria.
Corona, così come hanno fatto anche i suoi legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, si è detto «pronto di nuovo a dimostrare, come abbiamo già fatto nel processo penale, la provenienza di ogni euro arrivato in nero e di ogni euro entrato nelle mie società per la mia attività dal 2008 in poi». Questo procedimento, ha aggiunto, «parte da un sequestro fatto dalla Procura (per i circa 1,7 milioni trovati in un controsoffitto, ndr) ma poi è comparsa la Dda che si è messa a fare interrogatori su mie collusioni con persone della criminalità organizzata. E ora nel ricorso in appello la Dda – ha proseguito – riesce a sostenere che mai hanno detto che quei soldi appartenevano alla criminalità organizzata». Con la sentenza del 12 giugno scorso del collegio presieduto da Guido Salvini, infatti, erano state spazzate via le contestazioni a Corona, tra cui l’intestazione fittizia di beni, su quei 2,6 milioni e che lo hanno portato nuovamente in carcere nell’ottobre 2016. L’ex “fotografo dei vip” è stato condannato a un anno ma solo per un illecito fiscale su una cartella esattoriale. Quei contanti, invece, come scrissero i giudici, erano i ricavi in nero dell’ex agente fotografico e non reggeva l’ipotesi secondo cui le somme potessero «avere un’origine diversa dall’attività imprenditoriale di Corona» e fossero state “a lui affidate da terzi in custodia o a fini di reimpiego». E proprio su quanto accertato nel processo hanno puntato i difensori oggi nel presentare ai giudici della Sezione misure di prevenzione le loro prove testimoniali e documentali.
Alla fine dell’istruttoria i giudici dovranno stabilire se confiscare, come chiesto dal pm Alessandra Dolci, o dissequestrare, come chiesto dalla difesa, gli oltre 2,6 milioni (più di 800mila euro sequestrati in Austria e da qui anche l’inchiesta là per riciclaggio) e la casa di via De Cristoforis e se aggravare o meno la misura della sorveglianza speciale disposta per l’ex agente fotografico nel 2012.
«Caro Corona, la differenza fra te e me attiene a un campo a te sconosciuto: lo stile. Io non ho mai attaccato nessuno per difendere me stesso. Buona fortuna». Così l’ex Governatore lombardo e senatore di Ap Roberto Formigoni ha replicato in una nota alle dichiarazioni di Fabrizio Corona.