di Elisa Guccione
Mancano pochi giorni alla messa in onda della seconda serie de “Il Cacciatore” tratta dal romanzo autobiografico “Cacciatore di mafiosi”, edito da Mondadori, del magistrato Alfonso Sabella. Il 19 febbraio su rai due, in prima serata, per quattro puntate Francesco Montanari ritornerà ad interpretare Saverio Barone, sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo. Approfondiamo con l’attore romano, l’indimenticabile Libanese in “Romanzo Criminale”, quali sono le novità di questa nuova attesa edizione.
“Questa serie è molto cupa, perché i fatti di cronaca parlano chiaro e dovrà affrontare la morte del piccolo Giuseppe Di Matteo. Per Saverio Barone quest’atroce lutto sarà difficile da superare, fino al punto di diventare un’ossessione e a farne le spese saranno le persone a lui vicino come Giada, interpretata da Miriam Dalmazio, la sua compagna che ora sposerà e il collega Carlo Mazza, l’amico Francesco Foti”.
Il Cacciatore è raccontare la mafia come mai prima mettendo in scena dei fatti di cronaca fino ad ora mai toccati è questo, secondo lei, uno dei punti di forza della serie?
“Si racconta il passaggio dell’inferno con dei sillogismi profondi con la divina commedia. Il Cacciatore s’ispira a fatti veri raccontando la mafia dal punto di vista dei mafiosi e dei magistrati, ovvero prede e cacciatori. Ho visto delle puntate che sono molto particolari ed, anche se non dovrei dirlo, sono rimasto spiazzato per la bellezza di questa nuova serie ancora più bella e forte della prima. Credo e spero che non deluderà neanche questa volta. C’è tanta attesa attorno al Cacciatore 2. La gente mi scrive sui social, mi ferma per strada chiedendomi cosa accadrà e quali saranno le novità che vedrà il nemico numero uno in Giovanni Brusca, interpretato da Edoardo Pesce, il mandante dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido per ricattare e punire il padre Santino diventato pentito”.
Il cacciatore ha avuto un successo internazionale di grande portata. Quando ha vestito per la prima volta i panni di Saverio Barone credeva in un simile risultato?
“Tutti eravamo consci che stavamo lavorando ad un buon prodotto, ma il successo si manifesta sempre in modo imprevedibile e sicuramente non pensavo che potesse affascinare e far innamorare così la gente. Molte scene ormai sono entrate a far parte della memoria del pubblico”.
A metà febbraio ritornerà sul set per vestire i panni dell’imprenditore milanese Pierluigi Torregiani. Può anticiparci qualcosa?
“La sceneggiatura fa un’indagine accurata su quanto i media possano condannare a brutti esiti la vita di una persona, anche se non vuole essere una condanna alla stampa ma una riflessione. Sarà una bella sfida”.
So che sta scrivendo un libro? Quando uscirà?
“Scrivo da sempre, ma dalla scorsa estate scrivo con più assiduità ma devo avere il coraggio di pubblicarlo e capire cosa fare. Come dice Philip Rooth quando in famiglia nasce uno scrittore quella famiglia è distrutta devo capire se distruggerla o meno. (ride) Per adesso non voglio aggiungere altro”.
Spesso per lavoro e non solo Francesco Montanari è a Catania. Cosa ama di più della nostra città?
“Adoro Catania, la Sicilia in genere. Mi piace tutto dalla cucina alla gente e ho anche molti amici catanesi come Francesco Foti”.
Elisa Guccione