Il lavoro della prossima Commissione parlamentare antimafia, che sarà insediata nelle prossime settimane, “dovrebbe partire da una analisi politica della trattativa Stato Mafia e tornare sul rapporto tra le istituzioni e la massoneria”. Parola di Luigi Gaetti, 59 anni, mantovano, anamopatologo (“ho eseguito 25 mila autopsie”, dice con orgoglio), attuale sottosegretario all’Interno e vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, con Claudio Fava, nella scorsa legislatura. Sulla Trattativa, spiega all’ANSA, “bisogna lavorare sulla verità storica e la Commissione antimafia presieduta dall’on Rosy Bindi non lo ha fatto per non interferire sui processi che erano in corso. Ora è il tempo di fare una analisi politica, serve una verità storica. Molti protagonisti di allora sono scomparsi ma ci sono ancora responsabilità di persone viventi che mi augurerei dessero fondo alle loro memorie, che ‘vuotassero il sacco’ dicendo quello che sanno. E’ necessaria una analisi di tipo politico; la Commissione antimafia della passata legislatura ha raccolto tutti gli atti, ora serve un lavoro di lettura e analisi di migliaia di pagine”.
Per Gaetti l’altra priorità è una revisione della legge del 1982 sulle associazioni segrete, la legge Spadolini, che ha tra l’altro imposto lo scioglimento della loggia P2. “Secondo me – dice – la legge Spadolini ha punti che vanno rivisti. Il lavoro pragmatico che ha iniziato l’ex commissione antimafia sotto la presidenza del Bindi – sono state svolte una serie di audizioni che hanno riguardato in particolare la massoneria calabrese e siciliana – va proseguito”. Gaetti, pur venendo da tutt’altra sponda politica (è stato consigliere comunale a Curtatone e poi senatore con M5S), afferma di aver “apprezzato le capacità della Bindi” quando era presidente dell’Antimafia: “si è circondata di uno staff di altissimo livello – spiega – ed ha saputo mediare in molte occasioni. E’ stato fatto un ottimo lavoro anche in termini di quantità: abbiamo doppiato, per audizioni e missioni, la Commissione che aveva lavorato di più”. Gaetti sta lavorando da settimane sui 6 decreti attuativi che riguardano la legge sui testimoni di giustizia – a firma sua e della Bindi – che fu approvata nello scorcio finale della scorsa legislatura. “Spero che per Natale alcuni di questi decreti siano pronti”, dice. “L’accusa di alcuni testimoni è che lo Stato non ha mai valorizzato loro in quanto persone ma li ha solo liquidati economicamente. Se in passato si pensava di spostare i testimoni dalla loro residenza, adesso si cerca di mantenerli nel loro luogo di origine e di dare loro un lavoro.
Ho iniziato ad avere delle audizioni personali con alcuni testimoni per comprendere quali sono le loro esigenze perché la frase ‘lo Stato mi ha lasciato solo’ non la vorrei più sentire”.