di Elisa Guccione
CATANIA- Impossibile non farsi trascinare dal genio artistico di Mimmo Mignemi, attore di razza qual è, protagonista della brillante commedia “Troppu trafficu ppi Carruba” sequel di “Troppu trafficu ppi nenti” di Andrea Camilleri.
Sul palco del Musco Mimmo Mignemi, affiancato da Valeria Contadino, Cosimo Coltraro, Valerio Santi, Francesco Russo e Rita Abela diretto da Giuseppe Dipasquale, autore anche del testo, è uno sgangherato capo di una guarnigione, composta da due stralunati compagni d’avventura Sorba (Valerio Santi) e Ugo (Francesco Russo), a cui è affidato il compito di proteggere il Duca Lionatu di Messina.
Vicende private come le liti con la guerrigliera e manesca moglie (Valeria Contadino) e l’innamoramento per la meno bella ma gentile di cuore Genoveffa (Rita Abela) sorella del medico Fiordipisello, (Cosimo Coltraro) si scontrano con i compiti lavorativi di Carruba, personaggio comico per eccellenza, che sulle musiche originali di Matteo Musumeci, regala al pubblico presente grasse risate premiate da lunghi e ripetuti applausi.
Punto di forza dello spettacolo, oltre all’affiatata intesa dell’ottimo cast, il linguaggio utilizzato dagli attori in particolar modo quello di Carruba dove si fondono lingua siciliana illustre ed espressioni popolari con particolari scelte fonetiche lontane dal nostro quotidiano ma rese immediate dall’interpretazione degli attori dove i numerosi e spassosissimi sbagli linguistici interpretati da Mimmo Mignemi sono il punto di forza dell’intero spettacolo.
I dialoghi tra Carrubba, Sorba e Ugo, che divertono sin dalla prima battuta in scena, catturano l’attenzione per l’intreccio degli eventi, che discostandosi dallo spettacolo madre “Troppu trafficu ppi nenti” mescola nel clima esilarante della commedia amore e inganni, dove lo spettatore si lascia piacevolmente trascinare dal ritmo frenetico della messa in scena e dall’indiscutibile bravura degli attori.
Elisa Guccione