Bugs Bunny e Biancaneve, Elton John e le tute sportive degli anni ’80, il glitter e le paillettes sfilano tra mummie, colonne e statue antiche: più che una sfilata, quella di Gucci è “un’istigazione a fare diversamente”, come spiega il direttore creativo Alessandro Michele. Non solo una passerella che unisce uomo e donna, ma un ibrido di culture, emozioni e sentimenti apparentemente lontani tra loro che messi insieme propongono una nuova “idea dell’umano possibile”.
A incastonare questo “show multiplo, perché l’umanità lo è” un’idea di Tevere come passerella e poi, tutto intorno, statue di diversi periodi storici, archi egizi, indiani, aztechi, a contrasto con i lampioni e i pavimenti in pvc colorato.