di Elisa Guccione
Ph Dino Stornello
CATANIA- Il dramma della gelosia, dei tradimenti extraconiugali da nascondere e sopportare e del finto perbenismo borghese disposto a sacrificare la verità per salvare l’onore e la rispettabilità fino al punto di far apparire l’adulterio subito come frutto di una mente malata e deviata e non indossare il pesante e ignominioso “Berretto a sonagli”, rivive magistralmente sul palco del Musco, grazie alla coinvolgente e sicura interpretazione di Salvo Saitta, eccellente interprete pirandelliano.
La messa in scena diretta dall’estro artistico di Eduardo Saitta è quella classica, capace di far incontrare e scontrare la realtà, l’evidenza dei fatti tra ciò che sembra e ciò che è secondo la più alta espressione del tipico ragionamento dell’autore agrigentino, racchiudendo nel protagonista Ciampa, i caratteri fondamentali tipici dell’Umorismo di Luigi Pirandello, schiacciato tra l’amore per la moglie e il senso dell’onore.
L’unica soluzione per riappropriarsi della propria dignità macchiata è far rinunciare Beatrice, interpretata da un’intensa ed emozionante Katy Saitta, alla sua rivincita di donna tradita e umiliata e, soprattutto, facendola apparire per quella che non è, ovvero una pazza e quindi inattendibile agli occhi della società salvando Ciampa da un necessario omicidio plurimo della moglie fedifraga e del cavaliere Fiorica e dall’onta di essere etichettato da tutti come becco.
Lo spettacolo ben congegnato in ogni sua parte è un quadro attento della società dei primi novecento, dove il ruolo della donna e l’emancipazione femminile sono pari a zero, indicando quali benefici e svantaggi potrebbe avere la ribellione ad un torto giustamente subito a cui, secondo il ben pensare dei salotti borghesi, non si può fare altro che subire.
L’intera platea gremita in ogni ordine di posto ha premiato l’affiatato cast capitanato da Salvo Saitta e composto da Katy ed Eduardo Saitta, Eleonora Musumeci, Aldo Mangiù, Annalise Fazzina, Sara Putrino e Lucia Mangion che hanno saputo raccontare con emozione e sentimento la storia di una famiglia dall’apparente rispettabilità sporcata dall’ardire di Beatrice che nonostante i tentativi del fratello Fifì, un istrionico Eduardo Saitta, di soffocare l’adulterio e non sbandierarlo al mondo intero arrivando a denunciarlo all’autorità per mano del delegato Spanò, un convincente Aldo Mangiù, decide di svelare la tresca in modo da acciuffarli in flagranza di reato e dimenticando di accordare nel proprio cervello la corda seria e quella civile ma liberando solo quella pazza.
Fragorosi e partecipi gli applausi del pubblico che hanno premiato i Saitta protagonisti dello spettacolo più bello e curato realizzato in questa stagione teatrale, confermando “Il berretto a sonagli” uno dei lavori più emozionanti che hanno rappresentato nella loro lunga e prolifica carriera.
Elisa Guccione