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Il civitoto Melo Zuccaro l’ultimo cantastorie

Il civitoto Melo Zuccaro l’ultimo cantastorie

13.09.2024.

di Elisa Guccione

Per Catania e i catanesi il nome Melo Zuccaro è immediatamente identificabile ai ricordi e alle immagini dell’infanzia di quella città popolare e popolosa che raccontava innamorato Nino Martoglio. Civitoto di generazioni ed estremamente legato alle tradizioni e alle radici della cultura catanese Melo Zuccaro, come è stato definito dal professore universitario di Palermo Sergio Bonanzinga storico della musica popolare, è l’ultimo cantastorie vivente che a teatro su un palcoscenico o anche in un bar a piazza Cutelli, nel cuore della Civita, canta e racconta con il suo inconfondibile stile quella Catania romantica e viscerale figlia dell’Etna fatta di colori, suoni e sapori oggi sempre più lontani.
“A fine agosto per l’amministrazione comunale di San Gregorio lo spettacolo ‘Su Carusi‘ al fianco di Savi Manna, Mimmo Aiola e Giorgio Maltese– racconta Melo Zuccaro- ho avuto il piacere di constatare che tra il pubblico presente non c’erano solo adulti ma anche giovani incuriositi di scoprire un mondo a loro sconosciuto, i quali si sono divertiti nel riascoltare i ricordi e le canzoni dei loro nonni”.IMG-20240909-WA0035
Le esibizioni di Melo Zuccaro in ogni nota, esclamazione o mimica facciale, raccontano la veridicità sanguigna e passionale della gente del popolo e dei complicati rapporti umani che s’incontrano e si scontrano tra le vie della città negli occhi degli anziani, memoria storica di un tempo lontano.Screenshot_20240913_033957_WhatsApp
“Far rivivere quei momenti di vita tipici dei nostri luoghi per me è come una missione- continua Zuccaro- mi piace portare tra la gente, anche la più disperata come quando sono stato nel carcere di Bicocca tra i detenuti durante le festività natalizie, il sorriso e ridare loro un pò di casa attraverso quell’atmosfera di festa ed allegria che si respirava un tempo tra i curtigghi civitoti o tra i canti della “Cona” o dei “Nannareddi” con gli strumenti come il friscaletto, le castagnette, il tamburello, il marranzano e la ciaramedda riportando in vita la magia di un Natale, ormai solo nei ricordi di bimbi oggi canuti”.Screenshot_20240913_033942_WhatsApp
Diversi i lavori teatrali a cui Melo Zuccaro ha partecipato come, fra i tanti, “La musica dei ciechi” di Raffaele Viviani per la rassegna del teatro L’Istrione di Valerio Santi da cui presto nascerà un cortometraggio o le Cantate dei Pasturi al fianco della Marionettistica dei Fratelli Napoli al museo storico delle marionette di Palermo con il preciso obiettivo di mantenere viva le tradizioni della nostra terra che non possono e non devono essere dimenticate.
Elisa Guccione

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