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In Voci. Melologo dall’Encomio di Elena la parola arcaica di Gorgia da Leontini diventa multidimensionale

In Voci. Melologo dall’Encomio di Elena la parola arcaica di Gorgia da Leontini diventa multidimensionale

16.02.2019.

A distanza di 19 anni dall’ultima messa in scena, torna in una versione rinnovata, domenica 17 febbraio alle ore 19.30 al Teatro Sangiorgi di Catania, lo spettacolo “Voci. Melologo dall’Encomio di Elena”, terzo appuntamento della Camerata Polifonica Siciliana nell’ambito della rassegna “Un palcoscenico per la città” che organizza in sinergia con il Teatro Massimo Vincenzo Bellini.

Si tratta della terza revisione dello spettacolo, nato nel 1988 e allestito l’ultima volta nel 2000, che si arricchisce di contributi multimediali, necessari per esprimere la multidimensionalità della parola di Gorgia da Leontini, tra i più grandi oratori sicelioti e tra i fondatori del movimento filosofico della sofistica, di cui il suo Encomio di Elena, scritto nel V secolo a.C., ne è praticamente il manifesto.

Il M° Giovanni Ferrauto, direttore artistico della Camerata Polifonica Siciliana che firma le musiche, ha costruito una partitura che offre un gioco di echi arricchito da elaborazioni elettroniche e rifrazione di alcune parole registrate in varie lingue (greco, latino e italiano), che all’ascolto risultano  frammentate, distorte e combinate nel tessuto dell’elaborazione elettronica – recuperato dalla precedente versione grazie all’editing audio di Vincenzo Toro e Gianluca Aresu – che accompagna la musica eseguita dal vivo.

«Attraverso la potenza della parola, Gorgia riesce a dimostrare e a convincerci che l’universale biasimo nei confronti di Elena di Troia è assolutamente errato – dice Ferrauto – e che anzi subì torti senza avere  colpa. Qualsiasi sia stato il movente per cui tradì il marito Menelao, causando la guerra di Troia, non bisogna considerarla responsabile, perché agì comunque spinta da  principio a lei superiore. Penso che oggi non ci sia tema più affascinante e attuale se non quello del potere subdolo e sotterraneo della parola, del discorso che ci persuade delle più disparate verità, e del loro esatto contrario».Emanuele Puglia2

Sotto la direzione del M° Ferrauto, sarà l’ensemble strumentale della Camerata Polifonica Siciliana ad eseguire le musiche di questo spettacolo che fonde insieme la musica e la parola, anche recitata, la danza e le immagini video. La nutrita sezione musicale è composta da Maria Pia Tricoli e Anna Maria Calì al pianoforte, Alessandra Marino al flauto, Carmelo Dell’Acqua al clarinetto,  Giovanni Caruso, Enrico Caruso e Rosario Gioeni alle percussioni e gli elementi del Coro Lirico Siciliano diretto dal Maestro Francesco Costa che, in questa messa in scena firmata da Donatella Capraro (autrice anche delle coreografie e dei video), commenta e a volte dialoga in prima persona con l’oratore, come nella più classica delle tragedie greche.

«Ho voluto confermare una messa in scena semplice, come suggerito dalla forma stessa del Melologo – scrive Donatella Capraro nelle note di regia -, in cui il testo letterario recitato da un solo attore si intesse con la musica e a volte anche con l’azione scenica. Questa struttura, utilizzata dalla fine del ‘700, ha una concezione ancora attuale che, oltre a essere praticata nel teatro contemporaneo, si è evoluta insieme ai linguaggi e ai sistemi di comunicazione ai quali siamo abituati. Nel nostro tempo la scienza della comunicazione verbale e non verbale è arrivata a risultati utilissimi per l’analisi e la psicologia, per l’arte e la formazione. Ma per altri versi l’applicazione di questi risultati può rimbalzarci addosso con sofisticati sistemi di convinzione. Dall’incantamento del discorso di cui parla Gorgia, siamo arrivati alla retorica contemporanea che, di basso medio o alto livello che sia, con il solo obiettivo di vendere qualcosa o ottenere consenso su qualcosa, può avere la capacità di alterare il senso personale della consapevolezza dei bisogni facendo leva sul comune istinto di benessere, conservazione o appartenenza al gruppo, e di sollecitare con poche mosse l’ego fino all’immedesimazione totale. Gorgia, maestro sicuramente consapevole, anche allora, che una guerra di dieci anni per il potere su un territorio non si fa per una donna, per dimostrare le sue capacità oratorie sceglie di difendere proprio l’indifendibile Elena, e ci riesce con argomentazioni di grande forza. Arriva fino a noi un testo raffinato, che fa ancora riflettere e allargare lo sguardo».

“Voci. Melologo dall’Encomio di Elena” è, infatti, un omaggio alla classicità, con i versi di Gorgia da Leontini che si fanno musica (tanto da essere trascritti nella partitura) con l’attore Emanuele Puglia che userà la sua voce come fosse anch’essa strumento musicale.

«Questo spettacolo nasce da profonde sensazioni, suggestioni ancestrali – conclude Giovanni Ferrauto – provate a Lentini, la mia città natale, e più precisamente in quegli scavi archeologici che ho frequentato sin da bambino. Il testo gorgiano, basato sulla parola e sulle sue mille sfaccettature, per me è stato un materiale eccezionale su cui lavorare, anche perché ancora molto attuale: una moltitudine indistinta di voci senza volto, inquietanti, ma nello stesso tempo misteriosamente affascinanti».

La stagione è organizzata con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport, Spettacolo; Comune di Catania.

 

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