di Elisa Guccione
Danza e natura per #700Dante il cortometraggio, interamente girato in Sicilia, dedicato al sommo poeta, presentato al Parma Music Film Festival lo scorso 25 settembre, che volerà in concorso a marzo 2023 al CineDans di Amsterdam. Regista dell’applaudito corto il coreografo e formatore di danza il catanese Ernesto Forni.
Come nasce #700Dante?
“Tutto si sviluppa la scorsa estate quando l’ideatore Arturo Cannistrà mi propose di realizzare un cortometraggio per il settecentesimo della morte di Dante Alighieri. Da qui l’esigenza di ricercare dei posti che rappresentino la perfetta location per mettere in scena una parte delle tre cantiche che sono state realizzate in dei luoghi incantati della nostra Sicilia, che spesso s’ignora l’esistenza”.
Quali sono stati i set cinematografici per la realizzazione del film?
“Il primo set per il Purgatorio è stato Punta Castelluccio, con dei naturali effetti luce meravigliosi e il Parco del Plemmirio sempre a Siracusa. Per l’Inferno il posto principe per rappresentare i gironi danteschi, senza dubbio, sono stati i crateri dell’Etna. Le riprese si sono svolte in estate ma si sono prolungate fino a novembre tra location naturali come l’imponente magnificenza della Scala dei Turchi ideale per mettere in scena il Paradiso in provincia di Agrigento“.
Come si è svolto il post riprese?
“Non è stato semplice realizzarne una scrematura, perché ogni momento del prodotto realizzato emanava poesia. Alla fine sono riuscito ad editare tutto l’intero lavorato nei tempi previsti con le musiche originali composte dal Maestro Francesco Germini con la fotografia di Anna Consoli. Grazie a questi palcoscenici naturali si è dato vita a dei veri spettacoli a volte arricchiti dalla presenza di pubblico spontaneo come nel caso della Scala dei Turchi, rimasto rapito dalle performance dei danzatori”.
Chi sono i protagonisti di #700Dante?
“Due anime erranti interpretati da una coppia di danzatori, Alessandro Pennisi e Paola Tosto, che si ritrovano uno contro l’altro nei loro sguardi desiderosi di cercare una costante fuga fino a trovare una condizione di stabilità naturale. È un viaggio intimisco, trascendentale alla ricerca di quella serenità mancata di cui la nostra società si nutre. I due protagonisti rendendosi conto dei loro errori riescono a migliorarsi, non rimangono relegati nei loro turbamenti ma si elevano fino al paradiso nel pieno rispetto della loro essenza umana”.
Questo cortometraggio è stato il suo battesimo alla regia. Come ha affrontato questa nuova sfida?
“Il mio background mi ha aiutato molto. È stata senza dubbio una bella sfida da portare avanti, che non nego mi rende orgoglioso indipendentemente dagli sforzi e dalla fatica nel realizzare un lavoro così impegnativo e assolutamente non semplice”.
Elisa Guccione