Articoli e Lavori

News e Progetti
L’8 marzo tra verità e leggende

L’8 marzo tra verità e leggende

08.03.2019.

La festa delle donne e’ entrata a far parte della storia del costume della nostra societa’ e, come spesso accade per gli eventi importanti, si e’ circondata di miti e leggende ma anche di verità e di elementi di consumismo. Ogni anno che passa, l’8 marzo si veste anche di un significato più profondo: quello del rispetto per le donne a cui viene meno un numero crescente di mariti o ex compagni violenti e vendicativi che “risolvono” nel sangue storie finite senza un happy end.

La storia di questa giornata celebrativa affonda le sue radici in fatti altrettanto tragici. L’origine si fa risalire a Rosa Luxemburg che scelse l’accadimento di una tragedia avvenuta più 100 anni fa, per proclamare una giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Pochi giorni prima di questa data, a New York, le donne della fabbrica tessile Cotton scesero in sciopero contro le condizioni disumane in cui lavoravano. L’8 marzo 1908, il padrone, Mr Johnson, chiuse tutte le porte dell’industria per non farle uscire. Fu appiccato un incendio e le operaie bruciarono vive. Sul numero delle vittime non c’e’ accordo: alcuni dicono 126, altri 146. Anche sulla data in cui accaddero i fatti non tutti sono d’accordo. Secondo alcune fonti, non si sarebbero verificati nel nel 1908 bensi’ nel 1911. In ogni caso, nel 1910, durante il congresso dell’Internazionale socialista a Copenaghen, Clara Zetkin, figura di prestigio del Partito Socialista Tedesco, direttrice della rivista L’Uguaglianza e grande mediatrice politica, accoglie il progetto della delegazione americana per ricordare la morte delle operaie nell’incendio e propone di lanciare un’unica grande giornata internazionale incentrata sul voto alle donne. Fino a quel momento la Giornata della donna aveva gia’ una sua storia almeno negli Stati Uniti, anche se esperienze frammentarie erano state fatte in alcuni paesi d’Europa. Non si trattava dunque di inventare la Giornata, ma di ratificarne l’esistenza elevandola a livello internazionale. Sulla questione del voto pero’ i socialisti sono ancora divisi: la proposta non passa, e bisogna aspettare l’anno seguente, appunto il 1911, per vedere nascere la “prova generale” della Giornata della donna. Dove la pratica di una giornata c’era gia’, continuo’ e si consolido’ seguendo date scelte autonomamente; dove non c’era si affermo’. Nel 1917, a Pietrogrado, fame, freddo e sofferenze della guerra spingono operaie e contadine in piazza contro lo zar a chiedere pace e pane: e’ l’inizio della Rivoluzione di Febbraio: 23 Febbraio secondo il calendario Giuliano, 8 marzo per quello riformato in vigore in Occidente. Nel 1921 a Mosca, alla seconda Conferenza delle donne comuniste, partecipano 82 delegate da 20 paesi: le dirigenti, tra cui Clara Zetkin, adottano il 23 febbraio/8 marzo come Giornata dell’operaia, in ricordo della manifestazione delle operaie di Pietrogrado. Quando le donne russe riuscirono a sintonizzarsi con le americane, fu 8 Marzo per tutte: da Oriente a Occidente da allora sara’ Giornata internazionale della donna.

In Italia la festa ha un origine piu’ recente: le donne scesero in piazza per la festa la prima volta nel 1946, un anno dopo che l’Unione donne italiane intraprese una lotta per “…difendere il pane per i nostri figli, per le nostre famiglie e per difenderci tutti dal freddo e dalla miseria” e pochi mesi prima del 2 giugno quando la donna italiane, per la prima volta nella storia, contribui’ con il proprio voto alla creazione della Repubblica.

Anche la scelta della mimosa come fiore simbolo scelto per l’8 marzo ha una sua storia, legata a Teresa Gullace, la popolana La popolana che ispirò “Roma città aperta”. A Teresa non era importato che i soldati nazisti le avessero urlato di stare indietro. Teresa voleva solo portare a suo marito, padre dei suoi cinque figli e di quello che portava in grembo, qualche parola di conforto e un po’ di cibo. Lui, arrestato nel corso di un rastrellamento, si era affacciato dalle sbarre della caserma dell’81 di fanteria in Viale Giulio Cesare a Roma dopo aver riconosciuto la voce della moglie. Ma tutto non era durato che una manciata di secondi. Un soldato nazista aveva sparato e ucciso Teresa Gullace. Era il 3 marzo del 1944, lei aveva 37 anni. Il suo corpo fu portato via, ma dopo poche ore molte donne portarono sul luogo dove Teresa era stata uccisa mazzi di mimose, “un fiore popolare e che costava poco – spiegava il figlio Mario Gullace – un fiore che cresceva proprio in quel periodo. Da allora le donne in Italia hanno usato la mimosa per festeggiare l’8 Marzo”. La figura di Teresa, insignita della Medaglia d’oro al merito civile nel 1977 dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone, ha ispirato il celebre film di Rossellini, dove la Sora Pina
(alias Teresa), interpretata da Anna Magnani, viene uccisa, nella scena più famosa del film, mentre insegue il camion su cui
viene portato via il marito. La mimosa venne scelta anche per commemorare le operaie morte nella fabbrica di New York. E poi nel 1946 l’Unione Donne Italiane (Udi) scelse anche in Italia la mimosa come fiore-simbolo di quella Festa: cresceva ai primi di marzo, era facile da trovare ed era popolare. Ma non si deve dimenticare quel precedente, di due anni prima: la mimosa era il fiore che ricoprì la pozza di sangue lasciata dall’assassinio di Teresa Gullace che divenne simbolo della resistenza romana e della protesta delle donne contro il regime fascista.

S H A R E: