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La magia senza tempo del Cinema sotto le stelle

12.08.2016.

di Elisa Guccione

CATANIA – Con l’arrivo della bella stagione è facile cedere  senza troppi indugi, anche nell’era dei social network e degli smartphone, al fascino dell’arena. I nostalgici cinema estivi, tipici degli anni cinquanta e sessanta, sono un elemento fondamentale della storia del nostro costume, i quali resistono imperterriti al naturale trascorrere degli anni. Sono tre le inossidabili arene rimaste nella nostra città: la storica Arena Corsaro, la spaziosa Arena Adua e l’intellettual chic Arena Argentina.

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“Lo spettatore ideale – spiega Lodovico Gallina anziano gestore dell’Arena Corsaro  e del Cinema Trinacria di Misterbianco- è un amante del grande schermo che rinuncia alla comodità delle nuove sale cinematografiche per rivedere un film della scorsa stagione o solamente per riassaporare quell’atmosfera di un tempo non troppo lontano, caratterizzato da “calia, simenza” e gatti che passeggiano indisturbati tra gli spettatori”.

In Sicilia sopravvivono solo venti strutture, che vivono grazie alla presenza di un pubblico sempre più affezionato. Non solo ragazzi, ormai brizzolati, che andavano con i genitori o i nonni a vedere le proiezioni dei tempi d’oro del cinema italiano ma anche giovani universitari che preferiscono una serata da passare in compagnia degli amici o con la fidanzata guardando un film invece di andare in discoteca. Francesco Gallina  gestore dell’Arena Adua, pone l’attenzione non solo all’ambito catanese ma regionale. “È inutile nascondere la testa sotto la sabbia. I fedelissimi ancora esistono e resistono, sono lo zoccolo duro del nostro lavoro e del nostro pubblico. Catania offre  tante possibilità, non è un piccolo centro; molti colleghi dell’entroterra vivono, per assurdo, meno questa crisi, perché ancora per molti il cinema è rimasto l’unica vera alternativa alla quotidianità. Noi da un biennio alterniamo cinema e teatro in modo da dare una scelta più ampia agli spettatori”.cinema-in-piazza1-300x225 (1)

Le grandi bobine di pellicola non esistono più e con l’avvento del digitale anche il lavoro del proiezionista è cambiato. “Con il digitale è cambiato tutto– racconta Nino Gallitto, cineoperatore da oltre cinquant’anni-, la visione, anche su schermi qualitativamente non ottimali, diventa migliore e il lavoro  dell’operatore si è notevolmente semplificato, non c’è più il rischio che la pellicola s’infiammi o l’immagine salti e gli attori del film si vedano a metà, ma la poesie del mestiere raccontato da Giuseppe Tornatore è oramai solo un vecchio ricordo”. Mentre Fabio Gaudioso, addetto stampa Cinestudi e porta voce della trentennale Arena Argentina aggiunge: “Durante le nostre serate estive si respira un’atmosfera particolare, è bello poter osservare le tante coppie di ragazzi abbracciarsi o scherzare davanti un film e cerchiamo sempre di soddisfare le esigenze del pubblico con una programmazione mensile sempre più attraente, variegata e diversa con giorni dedicati all’universo femminile o ai cult cinematografici”.

Elisa Guccione

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