di Elisa Guccione
CATANIA- Come da antica tradizione la famiglia Napoli, Maestri pupari catanesi giunti alla quinta generazione, sul palco del teatro Machiavelli, in collaborazione con l’Università di Catania, la Fondazione Lamberto Puggelli, l’Associazione Ingresso Libero e il museo internazionale delle Marionette di Antonio Pasqualino di Palermo, nell’ambito dell’applaudita rassegna dedicata all’Opera dei pupi, hanno messo in scena il dramma sacro “Cristo al Golgota” per far rivivere la passione, morte e resurrezione del figlio di Dio.
Molti gli episodi, secondo gli antichi canovacci di tradizione elaborati da Alessandro e Fiorenzo Napoli, risalenti ai vangeli apocrifi, alla lauda “Donna de Paradiso” di Iacopone da Todi, al romanzo “Gloria” di Giuseppe Berto, i capitoli II, XVI, XXV e XXVI de “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov, il testo “Tre versioni di Giuda” di Jorge Luis Borges e le liriche di Tim Rice per “Jesus Christ Superstar”.
Una particolare rappresentazione che ha ricreato l’atmosfera dei vecchi teatri di quartiere, ricordo esclusivo degli anziani, consentendo alle nuove generazioni di conoscere una forma di teatro cruciale per la nostra storia e il significato che lo spettacolo di figura riveste nella cultura di un territorio sotto il profilo sociale, artistico, culturale ed educativo.
I Napoli, l’unica famiglia di pupari catanesi che senza mai disfarsi del proprio patrimonio in quasi cento anni di spettacoli e viaggi in giro per il mondo, sono riusciti ad unire storia e religione attraverso un’esatta interpretazione del testo e un’accurata rappresentazione della tragedia di Cristo dando ai tanti presenti la possibilità di immedesimarsi alla vicenda umana, storica e mistica di Dio.
Grandi applausi per i fondamentali momenti dell’ultima cena, l’arresto nell’orto degli ulivi, il processo nel Sinedrio, l’incontro con Pilato ed Erode fino al dramma della crocifissione e il ribaltamento della pietra e del sepolcro.
Elisa Guccione