Nata dal celebre romanzo di Alexander Dumas Fils, l’affascinante storia dell’amore infelice tra Margherita, la cortigiana più bella di Parigi e Armando Duval, ha ispirato numerose versioni teatrali e cinematografiche, nonché l’opera “La Traviata” di Giuseppe Verdi. La pièce La Signora delle Camelie, nell’adattamento del regista veronese Matteo Tarasco – che ne firma anche scene e regia – , debutta giovedì 6 dicembre (con repliche fino al 23 dicembre) al Teatro Brancati di Catania nell’ambito della Stagione impaginata dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale.
Lo spettacolo, prodotto da Gitiesse Artisti Riuniti, ha come protagonista una coinvolgente Marianella Bargilli, affiancata da un cast d’eccezione composto da Ruben Rigillo nei panni di Armando Duval, Silvia Siravo nel ruolo di Prudenza e Carlo Greco che interpreta il padre di Armando.
Una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto e senza limiti. Il romanzo La Signora delle Camelie è un viaggio nel profondo dell’animo umano, dove le contraddizioni più aspre si fondono, per restituire un’immagine del mondo vividamente controversa.
«Mettere in scena La Signora delle Camelie – spiega Matteo Tarasco – capolavoro della letteratura francese dell’Ottocento, che alla sua prima apparizione sconvolse l’immaginario collettivo, vuole essere un tentativo di riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che dicono e spiegano, ma non insegnano il senso. Mettere in scena La Signora delle Camelie significa essere appassionati; per mettere in scena La Signora delle Camelie dobbiamo essere fisici. Ci proveremo, consapevoli che sul palcoscenico, come nella vita, noi vediamo “persone”, non vediamo “storie”, e tanto meno sentiamo “pensieri”. Ciò che si svolge davanti ai nostri occhi sul palcoscenico non è una storia… La vita non ci racconta storie. Ogni storia è frutto della fantasia, dell’immaginazione, ogni storia è ciò che vediamo con l’occhio del cuore».