Articoli e Lavori

News e Progetti
L’estate al mare in crisi ma non in Sicilia mentre si trasforma l’esercito dei bagnini

L’estate al mare in crisi ma non in Sicilia mentre si trasforma l’esercito dei bagnini

05.08.2019.

Un’estate a scartamento ridotto, con tanti ombrelloni chiusi negli stabilimenti, fatta eccezione per i weekend quasi sempre sold out, e le aziende a fare i conti con la crisi economica – che costringe a casa il 40% degli italiani, come rileva l’Eurostat – e con il maltempo, tra l’erosione delle spiagge e i danni alle attrezzature. E’ il bilancio di metà stagione del Sindacato italiano balneari: dopo un «maggio disastroso», a giugno e luglio le presenze in spiaggia sono calate in molte regioni, con punte del 25%, fatta eccezione per poche località.

A giugno, in particolare, spiccano le percentuali negative nel Lazio e in Abruzzo (-20%), ma i clienti diminuiscono anche negli stabilimenti di Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise e Toscana (-10%). In terreno positivo il Friuli Venezia Giulia e il Veneto (+20%), seguiti dalle Marche (+15%) e da Puglia, Sardegna e Sicilia (+10%). Nel mese di luglio a registrare il segno più sono soltanto la Campania (+15%) e la Sicilia (+5%), con record negativo, invece, per le spiagge d’Abruzzo (-25%).

Crescono invece ovunque o quasi in Italia i bagnini donna: sarà che con i salvataggi e i batticuori di Baywatch è cresciuta più di una generazione; sarà che tra le onde delle piscine l’esercito rosa è sempre più agguerrito (dall’inossidabile Federica Pellegrini a Simona Quadarella e, ultima, Benedetta Pilato): o sarà, infine, perché ormai le donne hanno dimostrato di poter svolgere più che egregiamente lavori che (a torto) venivano ritenuti solo prerogativa maschile, ma fatto sta tra i 14.750 bagnini operativi in Italia (11mila gli addetti al salvamento) 1 su 5 è donna. Secondo un’indagine di Cna Turismo e Commercio, infatti, se i maschi sono 12.390 (84% del totale), le donne sono 2.360, vale a dire il 16%, in crescita del 2% sull’anno scorso. Ma a che cosa è dovuta la crescita dell’occupazione femminile in questo settore? Probabilmente alla maggiore propensione femminile verso alcune doti essenziali per quest’attività: le capacità organizzative, l’accuratezza, la comprensione.

Le regioni che occupano più donne sono, nell’ordine, Calabria (oltre il 21% degli assistenti in attività), Trentino Alto Adige (8,5%) e Veneto (8,4%). L’età media delle assistenti bagnanti è di 18 anni, molto bassa, tanto che diverse tra di loro non hanno ancora completato l’iter scolastico.

In crescita è anche la presenza di immigrati. In tutto sono 1.430, rappresentano il 9,7% del totale e registrano in un solo anno un incremento del 2,86%. Disaggregando questo dato sono il Friuli Venezia Giulia (con il 21,3%) e la Liguria (con il 14,5%) le regioni dov’è più forte la presenza di immigrati tra gli assistenti bagnanti. A seguire Puglia (6,8%), Marche e Sicilia.
Un’attività prevalentemente stagionale impone che il 90% dei contratti sia a tempo determinato. La retribuzione media annua di un assistente bagnante si fissa poco sotto i 9mila euro. A livello di istruzione scolastica, il 61,2% si è fermato alla scuola dell’obbligo, il 15,8% ha conseguito il diploma secondario, il 2% è in possesso di diploma universitario e il 21% ha frequentato corsi di formazione professionale.

Sei bagnini su dieci sono impegnati nelle imprese fino a 9 dipendenti, il 31% in quelle tra 10 e 49 addetti, il 9% nelle imprese da 50 occupati in poi. Quasi un’impresa su 10 (per la precisione il 9%) denuncia difficoltà a reclutare forza lavoro specializzata. L’attività, peraltro, ha raggiunto un certo grado di sofisticazione: si richiedono una maggiore preparazione rispetto al passato, esperienza acquisita sul campo, la frequenza di corsi di aggiornamento.

S H A R E: