La guerra con i suoi dolori, le sue tragicità e i suoi morti raccontata con gli occhi di una donna, che in realtà rappresenta tutte quelle donne che non ce l’hanno fatta. È quello che accade sul palco di Spazio Bis, sede dei corsi di formazione per le arti dello spettacolo curati dalla Compagnia Buio in Sala, fondata da Massimo Giustolisi, Giuseppe Bisicchia insieme a Silvana D’Anca e Giovanna Sesto, per mano dell’interessante ed innovativo spettacolo della giovane autrice e regista Anastasia Caputo dal titolo “Nella tenda di Achille”.
Primo spettacolo in cartellone per la rassegna “Giovani Sguardi” della Compagnia Buio in Sala dedicata alla nuova drammaturgia, che racconta la guerra di Troia come non l’abbiamo mai conosciuta.
È la giovane schiava Briseide, interpretata da una coinvolgente Maria Clelia Sciacca, a svelare quella realtà dei fatti nascosta e mistificata per troppo tempo dagli uomini che in ogni epoca ci hanno raccontato fandonie su questa vicenda o meglio favole che ommettevano la verità.
Tutto si svolge all’interno della tenda di Achille, dove il grande guerriero spogliato dalla sua armatura da eroe appare per quello che è in realtà un sanguinario assassino che si scontra e incontra con il suo amico e compagno il giovane Patroclo, etichettato da tutti soldati come la puttanella di Achille, dimostrando nel corso dell’avvincente atto unico che è lui il vero eroe dal buon cuore e non l’acclamato ed osannato Achille.
Ottima l’intesa tra i due protagonisti maschili Massimo Carbonaro e Davide Rao che riescono a tenere sempre alta l’attenzione del pubblico.
In una scena essenziale, curata da Siria D’Arrigo, si dà vita al più celebre “casus belli” della nostra letteratura con una messa in scena diversa, finalmente libera da preconcetti e meno tradizionale capace di non imporre veti sulla cruda verità e soprattutto senza alcun tipo di filtri che tra descrizione umane e psicologiche narra la storia da una posizione finalmente nuova ed interessante.