Digitalizzate e duplicate per essere poi trasportate senza alcun rischio: è quello che sta accadendo ai due “Schiavi” in marmo di Michelangelo – il ‘Morente’ e il ‘Ribelle’ – che in questi giorni alcuni specialisti hanno cominciato a investire con i loro raggi laser per captare ogni linea e ogni curva.
Secondo quanto riferito da Le Figaro, il pubblico del grande museo è incuriosito dalle due preziose statue che sono sotto fasci di luce di riflettori – come se posassero per degli scultori – e che vengono invece fotografate e digitalizzate con il laser dai ricercatori della Riunione dei musei nazionali (RMN).
I ricercatori, riferisce il giornale, utilizzano strumenti come l’Artec, un apparecchio da 20.000 euro, che assomiglia a un ferro da stiro lampeggiante. Si tratta di un rilevatore di immagini ad altissima definizione, già utilizzato per centinaia di tesori d’arte francesi, in grado di scattare ad ogni posizionamento fra le 600 e le 1.000 immagini.
Questa procedura consente ai dati raccolti di essere trattati da speciali software in grado di calcolare il posizionamento di migliaia di punti per ogni angolazione. E’ la tappa fondamentale per la riproduzione in 3D, di fatto la clonazione attraverso una stampante laser, dell’opera.
L’obiettivo dell’operazione è quello di realizzare i cloni sia per vendere oggettistica sia per riprodurre copie che potranno viaggiare nei vari musei del mondo. E’ quanto accadrà già a settembre per il celebre codice di Hammurabi, la preziosa stele delle leggi che governavano l’antica Mesopotamia: dal Louvre in trasferta al museo di Baghdad senza rischi, un’esposizione “virtuale” della più vasta miniera di informazione sul celebre regno di Babilonia.