di Elisa Guccione
CATANIA- Il Brancati vince la sua scommessa con il pubblico anche questa volta proponendo come terzo appuntamento di stagione “Ma non è una cosa seria” di Luigi Pirandello, testo poco rappresentato capace di unire tradizione e curiosità nei più giovani. La regia è affidata alla sapiente mano di Romano Bernardi che punta a sottolineare la psicologia dei personaggi sulla scena che rappresentano un ventaglio, come desiderio e idea dell’autore, i vizi e le virtù della nostra società di ieri come quella di oggi.
In un’elegante e dinamica scena, curata da Susanna Messina, sempre diversa in tutti e tre gli atti dello spettacolo, Filippo Brazzaventre straordinario protagonista nei panni di Memmo Speranza e impenitente sciupafemmine, da classico pirandelliano ragionamento, decide di sfuggire al matrimonio inscenando una vera unione con tanto di certificato matrimoniale in regola con Gasparina una donna innocua e timorata di Dio, interpretata con estrema umanità da Debora Bernardi, in modo da poter continuare indisturbato e senza rischi la sua carriera di Don Giovanni innamorato di tutte le donne ma mai di una in particolare.
Non è una cosa seria o perlomeno dovrebbe esserlo fin quando il signorotto Memmo non scopre di essere diventato vittima del suo stesso imbroglio cedendo ai giochi dell’amore, quello vero che si palesa negli occhi dell’apparentemente insignificante Gasparina. Attorno ai due protagonisti ruota un cast di prestigio composto da Riccardo Maria Tarci, Evelyn Famà, Sebastiano Tringali, Salvo Scuderi, Camillo Mascolino, Maria Rita Sgarlato, Riccardo Vinciguerra, Lorenzo Denaro, Gianmarco Arcadipane e Maria Iuvara, che dipinge con pennellate sicure il vuoto quotidiano di un uomo dedito al piacere e al divertimento che sfida la morte affrontando fratelli gelosi o padri furiosi che tentano di proteggere le grazie della propria sorella o figlia da un’illusione amorosa votata al piacere. La società con i suoi caratteri dall’arroganza di un professore tronfio del suo sapere al gruppo di compagni d’avventura e di scorribande del latin lover fino alle giovani donne arriviste dedite ad ottenere lusso e piacere con estrema facilità è perfettamente raccontata ed apprezzata da lunghi applausi. Coinvolgente l’evoluzione della semplice Gasparina, che anche grazie ad un numeroso cambio di abiti di scena finemente realizzati dalle Sorelle Rinaldi da brutto anatroccolo insicura della sua femminilità diventa un bellissimo cigno acquistando quella sicurezza che non sapeva di avere e che gli permetterà di far proprio il cuore del finto marito facendo diventare tutto una cosa seria.
Elisa Guccione