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Maria Sofia di Borbone, l’ultima regina del sud una donna dimenticata dalla storia

11.09.2017.

di Elisa Guccione

ph Dino Stornello

CATANIA- Emozione e sentimento ma anche orgoglio e passione hanno dato voce, nell’imponente cornice del Castello Ursino nell’ambito della rassegna “Estate in città” promossa dal Comune di Catania, alla semisconosciuta e quasi dimenticata storia di Maria Sofia Wittensbach di Baviera, sorella della più nota principessa Sissi e cugina di Ludwig di Baviera conosciuto come il principe triste, ovvero “L’ultima regina del sud” che sposò per procura Francesco II ultimo re del Regno delle due Sicilie. Una produzione del Teatro L’Istrione, che ha raccontato grazie all’attenta analisi storica di Concetto Venti e l’impeccabile interpretazione di Marina La Placa una delle pagine dimenticate del risorgimento italiano.21458022_10210007269874040_9191545814375523037_o

Sullo sfondo l’incombente e machiavellico ragionamento di Cavour di creare un unico stato con il solo scopo di depredare il sud a favore delle casse del nord e della precaria situazione economica dei Savoia, che si scontra con il coraggio e la forza di una donna che decise con grande dignità di combattere per il suo popolo e difendere il suo breve regno contro l’usurpatore piemontese.

Un toccante atto unico diretto da Lucio Volino in cui storia e sofferenze umane segnate da un destino che non perdona prendono vita, incantando i numerosi presenti, in un dialogo immaginario tra Maria Sofia di Borbone (Marina La Placa), il fedele consigliere Barcellona (Francesco Russo), l’appassionato ed innamorato Armand de Lawayss (Valerio Santi), l’unico tormentato e vero amore di Maria Sofia che conobbe nel rifugio romano nello Stato Pontificio dopo la fine dell’asserragliamento di Gaeta e l’unificazione delle Due Sicilie all’Italia, e uno studioso (Concetto Venti) che  grazie alla sua voglia di sapere fa rivivere il coraggioso impegno di una regina per il suo popolo.21551847_10210007254913666_3471646191893878239_o

Gli amori, i dolori per una maternità mai vissuta pienamente nonostante tre figli mai visti crescere, il coraggio di stringere contatti anarchici e l’esilio dalla propria Napoli tralasciati dai libri scolastici e spesso tramandati attraverso una tradizione popolare di leggende e racconti prendono vita tra le tavole di un palcoscenico conquistando ieri come oggi il cuore di chi ha amato questa donna, regina solo per un anno e mezzo, e chi ha imparato a conoscerla grazie alla superba interpretazione di Marina La Placa, Valerio Santi, Francesco Russo e Concetto Venti.

Elisa Guccione

ph Dino Stornello

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