di Elisa Guccione
CATANIA – Grandi occhi azzurri, sorriso intrigante e tanta voglia di non prendersi mai troppo sul serio. A due passi dal mare in un assolato pomeriggio estivo, tra una granita, un caffè e molte ragazze che si fermano in cerca di un selfie da postare sui social, incontriamo Mario Opinato. Volto noto di numerosi film, fra i tanti, come “Mary”, accanto al premio oscar Juliette Binoche, “The Muse” con Sharon Stone e “Il Cartaio” diretto da Dario Argento, numerose fiction di successo come “Orgoglio”, “Ris”, “Intelligence” e tanti successi teatrali come “L’uomo dal fiore in bocca” o “Pensaci Giacomino”. Adesso è impegnato sul set del nuovo film di Aurelio Grimaldi “La Divina Dolzeldia”.
Parliamo della nuova avventura cinematografica
“La storia si svolge tra Catania e Trecastagni. È una bella scommessa, perché si parla soltanto in dialetto catanese ad eccezione del romanesco di Simona Izzo. La Divina Dolzedia racconta la vita di un’attempata prostituta, Guia Jelo, molto ricercata per un gioco erotico che solo lei sa fare: “lo gnicche gnacche”. Sono convinto che piacerà molto, indipendentemente dalla possibile difficoltà inziale del dialetto. Ad arricchire la storia c’è la partecipazione di Tuccio Musumeci nelle vesti di un anziano professore che traduce il marchese De Sade in dialetto catanese, considerandolo superiore a Dante Alighieri”.
Immagino che qui ci siano scontri con la protagonista che adora il sommo poeta fiorentino, la quale recita ai clienti terzine in dialetto siciliano …
(ride)
“Certo. È un film tutto da gustare. Sul set si lavora tanto, ma non nego che i momenti di ilarità e di gioia sono molti e tutti piacevoli. Impossibile elencarli”.
Qual è il suo ruolo?
“Sono un padre che cerca di instradare il giovane figlio alle gioie del sesso. Non nego che mi sono divertito molto, perché sul set eravamo una famiglia ed era impossibile non stare bene in quanto tutti i colleghi che hanno lavorato e lavorano a questo film da Nellina Laganà, Francesca Ferro, Fabio Costanzo e Claudio Musumeci sono dei professionisti ligi al dovere”.
Una bella sfida in questo momento così delicato in cui i Teatri chiudono e il Cinema, insieme alle grandi fiction, sopravvive con difficoltà…
“Non è un momento facile per nessuno. Tutti vogliono fare qualcosa per la cultura ma nessuno si impegna fino in fondo come sta accadendo per lo Stabile. Dalla crisi nascono le grandi idee e mi auguro che questo momento buio passi presto. La nostra realtà teatrale freme, pulsa di progetti ma è penalizzata da una terribile situazione finanziaria. Solo alcune realtà private riescono a vivere e non tutte con facilità”.
Rimaniamo in quest’ambito. Ultimamente è stato protagonista di numerose pièce come “Pensaci Giacomino” diretto da Guglielmo Ferro e “L’uomo dal fiore in bocca” diretto e riadattato da Pino Pesce, quest’ultima è stata un’interpretazione diversa rispetto alle precedenti edizioni realizzate in passato da Placido o da Gasmann…
“Pirandello non s’improvvisa. Sono state cambiati alcuni aspetti ed è stata utilizzata una chiave diversa. Ho preferito dare spazio a sentimenti forti come la rabbia. Il regista mi ha spiegato che tipo di impronta dare al testo ed io ho aggiunto del mio in modo da non creare paragoni di nessun genere”.
Il suo nome è immediatamente associato al personaggio di Nicola Pironi, il fratello sfortunato di Daniele Pecci in “Orgoglio”. Senza troppi giri di parole possiamo affermare che la fiction Rai le ha permesso di conquistare il grande pubblico di ogni età…
“Con Orgoglio è cambiato tutto. È stata una grande esperienza e un lavoro ben curato. Ricordo cosa successe quando, dopo la quinta puntata pranzai alla mensa Rai con la produttrice e vidi che tutte le cuoche si giravano e mi venivano incontro gioiose cercando un contatto. Indimenticabile quando con Daniele Pecci e Primo Reggiani passeggiando vicino piazza di Spagna siamo stati travolti da una folla di donne di tutte le età che non ci faceva respirare. In quel momento mi sono accorto della mia notorietà. Ammetto che tutto questo all’inizio è stato disarmante”.
Nella sua carriera ha lavorato con tante belle donne, ma quali sono le qualità necessarie per conquistare Mario Opinato?
(ride)
“Non lo so. È inutile che si elenchino le caratteristiche, perché quando scatta la chimica non c’è nessun ideale o canone che ti possa trattenere da quella scelta. Capita spesso che m’innamori dell’esatto contrario che mi piace. Sono convinto che sia giusto vivere ogni singolo momento che l’amore ci offre”
Ha lavorato ad Hollywood con grandi nomi internazionali. Cosa manca oggi alla carriera di Mario Opinato?
“Il mio futuro lo immagino a teatro. Certo lavorerei di nuovo nelle grandi produzioni americane, senza dubbio, ma con ruoli sempre da coprotagonista”.
So che tra poco nasceranno nuovi impegni e nuove collaborazioni. Qualche anticipazione?
“In questo momento sono impegnato anche sul set di “True Love” e presto nasceranno nuove ed importanti collaborazioni teatrali con Guglielmo Ferro e…. non aggiungo altro. Alla prossima intervista vi racconterò una ghiotta anticipazione”.
Elisa Guccione