di Elisa Guccione
CATANIA- Occhi furbi che guardano lontano e sognano di dare un volto nuovo alla musica lirica. Questa è la missione di vita del soprano Marzia Catania che incontriamo al Teatro Ambasciatori in occasione della serata “Servono Sorrisi” dedicata all’autismo, dove si è esibita in alcune celebri aree. Subito dopo lo spettacolo scopriamo lo speciale progetto musicale dell’artista.
Soprano con un’idea fissa: dare alla lirica una veste più informale e accessibile. Ci racconta questo progetto che l’ha resa famosa nelle piazze della nostra Sicilia?
“Il mio slogan è: “Se i giovani non vanno all’Opera sarà l’Opera ad andare dai giovani”. Dalla scorsa estate è facile vedermi cantare a piazza Stesicoro a Catania, piazza Duomo ad Ortigia o alla Villa Comunale di Taormina per emozionare il pubblico affinchè ritorni a riempire i teatri. È un particolare esperimento rivolto ai ragazzi e alle famiglie in modo da tramandare e non far disperdere la nostra cultura musicale famosa in tutto il mondo”.
Quali sono state le reazioni della gente?
“Varie. Molti si sono incuriositi ed entusiasmati non solo per l’esibizione ma anche per il mio progetto assolutamente diverso rispetto al modus vivendi della nostra società, in cui la musica lirica sembra qualcosa di vecchio ed algido. Nel mio cd ho scelto di incidere brani importanti che raccontino la grande cultura italiana senza dimenticare il nostro Bellini con la sua “Casta Diva” e ci sono anche canzoni più popolari come “O Sole mio”.
Lei ha insegnato musica a ragazzi delle medie. Cosa le ha lasciato quest’esperienza, è stata utile per il suo progetto?
“Ho riscontrato una particolare attenzione per le storie d’amore delle romanze. Non è vero che i ragazzi non sono attratti dalla lirica e dalla musica classica, bisogna solo saper stimolare la curiosità sulla cultura e su tutto quello che potrebbe sembrare lontano dalla loro realtà”.
Com’è diventata la lirica parte indissolubile della sua vita?
“Ho mosso i primi passi con la Scuola Diocesana di Musica Sacra diretta dal M° Nunzio Schilirò fino ad arrivare a conseguire il diploma di II livello in canto al Liceo Musicale Vincenzo Bellini con la M° Pina Sofia ed ho approfondito lo studio del canto lirico partecipando a numerosi corsi in Italia e all’estero. In realtà sono una persona molto timida e attraverso la musica ho sempre trovato la spinta giusta per affrontare al meglio i problemi”.
“Sono convinta che la musica oltre ad avere un potere terapeutico, come è già stato accertato, sia il migliore mezzo motivazionale per andare avanti e tirare fuori il proprio talento”.
La sua famiglia l’ha sostenuta in questo suo progetto di vita?
“All’inizio mio padre era molto scettico, non pensava che questa mia passione potesse diventare un lavoro. Con il passare del tempo per fortuna si è ricreduto ed è sempre più orgoglioso della scelta di sua figlia”.
Quali sono i modelli a cui s’ispira?
“Adoro la Callas e sogno di interpretare Violetta ne “La Traviata”
Elisa Guccione