di Elisa Guccione
La violenza di genere è una vera strage, una scia di sangue che non accenna a diminuire. La violenza sulle donne è una lunga traccia di dolore infinito che ha lasciato senza vita mogli, compagne, fidanzate sorelle, figlie e madri tutte morte per mano di un uomo, nella maggior parte dei casi un padre, un marito, un fratello o un figlio in ogni caso uno di famiglia.
Numeri agghiaccianti che fanno comprendere quanto le leggi e i provvedimenti attuati finora non siano comunque sufficienti per limitare una situazione che, anno dopo anno, sembra solo peggiorare.
È sempre più necessario riflettere su un’educazione culturale, di uomini e donne, capace di cambiare questo cancro sociale che cresce e peggiora di anno in anno. Il 26 novembre, il giorno dopo che commemora tutte le donne vittime di violenza di genere, a Catania grazie alla giovane insegnante Valentina Capizzi nasce l’iniziativa gratuita #donnevietatomorire, un progetto voluto per aiutare le donne a difendersi. Uno speciale corso di autodifesa per tutte le donne che si trovano o potrebbero trovarsi in difficoltà.
Ci spiega com’è nata quest’iniziativa?
“Le aggressioni nei confronti delle donne non si arrestano. Ogni tre giorni una donne viene uccisa in Italia e dall’inizio del 2022 è già successo 77 volte. Mi sono sempre chiesta, se mi trovassi in una circostanza simile, quale sarebbe la mia reazione? Cosa dovrei fare di pratico per salvarmi la vita?
La prima cosa a cui ho pensato è stata liberarmi e scappare per poter chiedere aiuto. Ma come fare? Di solito le reazioni delle vittime durante un’aggressione sono due: o rimanere paralizzata dalla paura o cominciare a dimenare mani e piedi senza alcun risultato. Se ogni donna ricevesse un addestramento specifico, consapevole e sicuro, che le consentisse di liberarsi e scappare, i numeri delle vittime diminuirebbero drasticamente, così ho deciso di organizzare un corso di autodifesa completamente gratuito. Credo che nella vita ci siano cose che non debbano avere un costo. Non devo pagare per sapere come difendermi, non è un lusso né un capriccio. È una necessità ed è un diritto avere salva la vita. Il titolo che ho voluto dare a questo progetto è: DoNNe #vietato morire. Sì, perché la vita è sacra ed è vietato perderla a causa di un atto di violenza”.
Chi sono i partners che hanno aderito al progetto?
“Tutto ha preso vita da un mio sogno, ma sappiamo bene che i sogni devono essere realizzati per creare qualcosa di grande.
Per questo ci tengo a ringraziare l’accademia di danza Etna country style, che ci sta ospitando. Il corso sarà tenuto dalla maestra Denise Di Stefano, presidente dell’accademia italiana Kenpokai karate Do. Ringrazio il proprietario della struttura Giuseppe Scaccianoce e la maestra, Denise, che offrono struttura e corso gratuitamente, spinti solo dal desiderio di aiutare il prossimo.
Non posso non citare e ringraziare due uomini dalla parte delle donne, Andrea Bruno, segretario regionale vittime civili di guerra Sicilia, e Alessandro Bifera, volontario impegnato da tempo nelle politiche della famiglia. A entrambi devo un ringraziamento particolare, perché mi hanno supportata, incoraggiata e aiutata a realizzare il mio progetto”.
Per iscriversi a questo corso come si deve fare ed entro quando? L’esperienza sarà ripetuta nel tempo?
“Per partecipare basta chiamare il numero 3518454530 indicato nella locandina. Il corso è aperto a tutte le donne e ribadiamolo, è gratuito. In questi giorni stanno chiamando tantissime donne, motivo per cui il corso sarà ripetuto nei mesi successivi. Alla fine di ogni sessione mensile, ne inizierà un’altra fino alla primavera”.
Da donna e da educatore scolastico cosa insegna ai suoi alunni?
“Questa è una domanda che mi emoziona particolarmente. Io insegno inglese presso l’istituto paritario Baby Garden Academy, formo bambini dalla tenerissima età. Ogni giorno mi alzo ed entro a scuola con un unico obiettivo, insegnare ai miei alunni un pezzetto di vita, fargli vivere il rispetto per gli altri, la condivisione e l’umanità. Io la chiamo la scuola dei sentimenti. Una scuola che ti insegna a emozionarti, a collaborare, a condividere e come dice mio padre sogno “una scuola per sapere come si sta al mondo”. Non te ne fai nulla della matematica o dell’inglese, se poi non sai cos’è il rispetto. Faccio tutto questo insegnando inglese tramite canzoni giochi e scenette comiche, rappresentando con umiltà la filosofia della scuola in cui lavoro, che antepone l’insegnamento col cuore a quello dei soli libri”.
Da questa iniziativa ne nasceranno altre?
“Sì, stiamo prendendo accordi con altre strutture sportive per diffondere questa opportunità gratuita a tutte le donne. Il mio sogno sarebbe creare una rete umana di associazioni dove gli insegnanti offrano gratuitamente questo corso. Vorrei che si parlasse ovunque di questo insolito e meraviglioso miracolo avvenuto nel catanese, dove sconosciuti donano un’opportunità di difesa gratuitamente ad altri sconosciuti, per il semplice privilegio di dare, di aiutare. E poi ho un sogno ancora più grande che, per me, sarebbe un traguardo importante: utilizzare nelle scuole un’ora di educazione fisica ogni settimana, per insegnare ai ragazzi e alle ragazze cosa fare se avvicinati o aggrediti. Una scuola sempre più consapevole e attenta alla tutela dei nostri giovani”.
Elisa Guccione