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Nel nome di Giordana Di Stefano per aiutare le donne vittime di violenza

Nel nome di Giordana Di Stefano per aiutare le donne vittime di violenza

13.10.2020.

“Insegnate ai vostri figli che la violenza è un reato. Che non si fa male solo con i gesti ma anche con le parole. Insegnate loro la compassione, la cavalleria, il perdono. Perché non è normale, non è giusto, non è possibile che oggi, nel 2014, dobbiamo sentir parlare di violenza. Ogni due giorni una donna viene uccisa”.
Così scriveva su Facebook il 25 novembre 2014 Giordana Di Stefano. La notte tra il 6 ed il 7 ottobre 2015, a soli 20 anni, Giordana veniva massacrata con 48 coltellate dal suo ex, dal padre biologico della sua bimba, da colui che aveva denunciato per stalking 2 anni prima.
Cosa è cambiato da allora? La Banca Dati EURES afferma che nel 2018 in Italia sono state registrate 142 vittime di femminicidio ed il trend è in crescita, mentre un report diffuso dalla Polizia di Stato attraverso l’opuscolo “Questo non è amore”, afferma che nel 2019 le donne vittime di violenza sono state 88 al giorno, una ogni 15 minuti e gli episodi di femminicidio parlano di una donna uccisa ogni 2-3 giorni (in alcuni periodi dell’anno tale dato ha avuto perfino un incremento).
“La casa di Giordy” nasce dalla collaborazione tra la onlus vEyes e l’associazione “Io sono Giordana” ADV, fondata nel 2017 in memoria di Giordana Di Stefano dalla mamma Vera Squatrito. Sarà un luogo dove si metterà in atto il reinserimento di donne vittime di violenza, sul piano umano, sociale e lavorativo, oltre che familiare, agendo soprattutto in contesti che vedono i figli minori subire violenza assistita. All’interno si creerà un ambiente accogliente e protettivo che possa consentire un miglioramento della qualità della vita attraverso formazione e inserimento lavorativo, dove staff qualificati si prenderanno carico di mamme e figli con percorsi terapeutici che possano aiutare a metabolizzare i traumi subiti.

Ma oltre che un luogo, vuole anche essere una rete di sportelli e iniziative che possano aiutare a prevenire il fenomeno, sensibilizzare gli adulti di domani partendo delle scuole, ma anche ascoltare, gestire e recuperare i violenti. Oltre a realizzare la casa, i servizi e le attività che andremo ad attivare saranno: uno sportello ascolto per donne vittime di violenza, uno sportello ascolto per i maltrattanti, percorsi formativi aventi la finalità di avviare le donne ad una professione e renderle economicamente indipendenti, dei laboratori attraverso i quali impegnare i minori avvicinandoli alla tecnologia attraverso la modellazione e stampa 3D o la robotica grazie al contributo degli esperti presenti in vEyes Land, mentre le donne contribuiranno alle attività volontarie svolte all’interno del centro non profit vEyes Land nel contesto della disabilità (visiva, ma non solo) e della ricerca verso malattie rare ed invalidanti. Inoltre, verranno attivati laboratori di danza, di biblioterapia, di arteterapia e corsi di scrittura creativa.

Giordana concludeva scrivendo: “Abbiate il coraggio di difendervi e di chiedere aiuto tutte le volte che vi sentite in pericolo. Abbiate la forza di aiutare chi ha bisogno di essere aiutata e, forse, se riuscissimo a farlo tutte, magari non accadrebbe più. Forse è un sogno, ma per realizzarlo bisogna agire sempre”.

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