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Nicola Costa sconvolge e appassiona nei panni di Giuda

Nicola Costa sconvolge e appassiona nei panni di Giuda

22.02.2020.

di Elisa Guccione 

CATANIA- La controversa e complicata figura di Giuda, raccontata magistralmente da un ispirato Nicola Costa nell’elegante cornice della Cappella Bonajuto per la regia di Gioacchino Palumbo, autore anche del testo, per una produzione Teatro del Molo 2, viene messa in luce sotto diversi aspetti che raccontano l’uomo, il personaggio storico e il contesto della Roma dominatrice ed usurpatrice per un viaggio introspettivo tra le pieghe più recondite dell’anima del più contraddittorio degli apostoli.87391873_2519778138339915_2351453719356243968_n

Giuda, spettacolo in scena fino a domenica 23 febbraio, è una confessione privata e dolorosa dove tra dubbi umani e ascetici si scontrano amore e ragione per una nuova lettura di un personaggio, da sempre oggetto di studio da parte di molti storici, che incontra il Rabbi Gesù diventando uno dei suoi più stretti discepoli senza mai rinunciare a capire e porsi delle domande sulla vera identità del figlio di Dio e se soprattutto Cristo sia l’unico in grado di far risollevare il popolo d’Israele dall’infamante dominio dei Romani.

Nel suo racconto Giuda, giovane rivoluzionario zeloto appartenente ad un gruppo clandestino che combatteva l’egemonia romana, non tradisce per avidità ma per compiere il disegno divino, quella prova d’amore che Gesù stesso gli ha affidato, affinché la storia che tutti noi conosciamo si compia.

Indipendentemente dai diversi pareri e posizioni scientifiche e conoscitive su questa particolare lettura dell’apostolo Giuda, ritenuto simbolo del tradimento per la comunità cristiana e argomento di studio nei secoli fino al punto di approfondire su più punti la scelta di “vendere” Gesù, lo spettacolo dal punto di vista drammaturgico è una prova attoriale di alto livello non facile da affrontare per i diversi stati d’animo vissuti dal protagonista che Nicola Costa, con i costumi di Ariana Talio, supera con grande sicurezza, stimolando il coinvolto pubblico presente, giustamente generoso negli applausi, a riflettere sulla fragilità dell’animo umano e sul tormento di un uomo che si assume tutte le conseguenze per far compiere, tra amore e ragione, il sacrificio di Gesù che porti al cambiamento di cancellare i peccati del mondo e salvare l’umanità.

Elisa Guccione

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