PALERMO – Nino Di Matteo, non lascerà Palermo. “Non sono disponibile al trasferimento d’ufficio – ha detto il magistrato -. Accettare un trasferimento con una procedura straordinaria connessa solo a ragioni di sicurezza costituirebbe a mio avviso un segnale di resa personale e istituzionale che non intendo dare”. Ed ancora aggiunge:“La mia aspirazione professionale di continuare a lavorare sulla criminalità organizzata trasferendomi alla Dna si realizzerà eventualmente solo se e quando sarò nominato in esito a una ordinaria procedura concorsuale”.
Il magistrato ha rifiutato la proposta di trasferimento avanzata dal Consiglio superiore della magistratura per motivi di sicurezza dopo le rivelazioni del pentito Vito Galatolo che ha parlato di un progetto di attentato al pm che indaga sulla trattativa Stato-mafia. Il livello di protezione predisposto per Di Matteo, soprattutto dopo le dichiarazioni intercettate in carcere del boss Totò Riina, è massimo.
A ottobre Francesco Lo Voi il procuratore di Palermo ha segnalato al Consiglio superiore della magistratura nuovi episodi che metterebbero in pericolo la sicurezza del magistrato. A Di Matteo è stato proposto il trasferimento alla Dna, che ha rifiutato. Il magistrato, nelle scorse settimane, ha però presentato domanda per partecipare al concorso ordinario per sostituto della Direzione nazionale antimafia su cui il Csm dovrà pronunciarsi all’inizio del prossimo.
E.G.