CATANIA- Angelo Fabio Matà, il figlio quarantatrenne di Maria Concetta Velardi, arrestato dalla squadra mobile di Catania con l’accusa di avere ucciso, il 7 gennaio del 2014, la madre con due pietre che pesano 23 e 18 chili nel cimitero di Catania si difende. Durante l’interrogatorio di garanzia, in presenza del suo legale Maurizio Magnano di San Lio e il Pm Giuseppe Sturiale, ribadisce la sua innocenza dichiarando la sua versione sul Dna trovato nelle unghie della madre. “Eravamo sempre in contatto. Non ho ucciso mia madre”.
Matà, secondo l’accusa, avrebbe assassinato la madre in modo non premeditato al culmine di una lite scaturita nel cimitero, dove la donna si recava tutti i giorni a trovare il marito e il figlio morto quattro anni prima. Su di lui pesano le testimonianze di tre donne che hanno detto di aver sentito delle urla di donna durante una lite, le tracce del Dna dell’uomo sotto le unghie della mano destra della donna e una macchia di sangue dell’uomo, misto a quello della madre, sulla sua auto. L’ora del decesso, secondo l’esame autoptico, è avvenuta tra le 15.30 e le 15.45, quando, secondo l’accusa, Matà era davanti alla cappella di famiglia da solo con la madre.
Il legale sta valutando se presentare istanza di scarcerazione al Gip o al Tribunale del riesame.
Elisa Guccione