E’ arrivata dalla spada “operaia” di Paolo Pizzo (la definizione è sua) la prima medaglia d’oro italiana nel Mondiale di scherma in corso a Lipsia. L’atleta catanese – 34 anni, sergente dell’Aeronautica – nella finale del torneo individuale ha battuto l’estone Nikolai Novosjolov con il punteggio di 15-13. Per lui è il secondo titolo iridato, dopo quello vinto nel 2011 proprio nella sua città natale. “Bisogna credere nei sogni – ha commento, incredulo, a caldo – Ho fatto qualcosa di cui mi renderò conto, prima o poi. Non ora. E’ un’emozione grandissima che auguro a chiunque faccia sport. Ho lavorato tantissimo per questo sogno, ho fatto mille sacrifici. Adesso voglio godermi ogni istante. Io resto un operaio, con un proprio stile, da non imitare. Faccio schifo, agli esteti non piaccio, ma la luce si accende”.
“Cerco di migliorare ancora. Mi ispiro a Federer – ha aggiunto – che è un fenomeno, ha tanti anni più di me eppure resta un ragazzino”. Nella stessa giornata l’Italia ha portato a casa anche il bronzo di Irene Vecchi, ma questo è un metallo dal sapore amaro. La sciabolatrice livornese in semifinale è stata sconfitta 15-14 dalla tunisina Azza Besbes, nonostante fosse partita fortissimo, raggiungendo un vantaggio di 8-0. Besbes ha poi perso in finale con l’ucraina Olga Kharlan (15-5). Pizzo – che in gioventù ha battuto un tumore al cervello, raccontando la sua esperienza nel libro ‘La stoccata vincente’ – ha così confermato il suo ottimo stato di forma, testimoniato dall’argento agli Europei del mese scorso, a Tbilisi.