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Presentato il programma della Stagione 2024-2025 del Teatro della Città. Al Brancati, debutto il 29 ottobre con Il malato immaginario di Molière per la regia di Salvo Ficarra

Presentato il programma della Stagione 2024-2025 del Teatro della Città. Al Brancati, debutto il 29 ottobre con Il malato immaginario di Molière per la regia di Salvo Ficarra

04.07.2024.

Ph Dino Stornello

In cartellone, torna Pipino il Breve con Tuccio Musumeci

Pièce brillanti, testi che hanno fatto la storia del teatro mondiale, drammaturgia contemporanea e riletture originali. E poi commedie di situazione, monologhi, workshop. Il Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale si accinge ad avviare la nuova, ricchissima Stagione 2024-2025 seguendo una linea guida volta a evocare lo stupore. Quello stesso stupore che gli adulti hanno perso e che sembra non appartenere più neanche ai bambini che oggi ritroviamo a occhi sgranati soprattutto per le brutture della vita e del mondo e non per la sua meraviglia.FB_IMG_1720118438931

Una constatazione da cui è importante far partire una riflessione e su cui il teatro ha l’urgenza, nonché il dovere morale di agire. Il tutto nell’ottica di avviare un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento per la storia dell’Umanità dove mettere al centro dell’attenzione le azioni legate all’esistenza umana, partendo proprio dall’infanzia e riconsegnando agli occhi dei bambini di oggi il lampo della sorpresa.
Il Teatro della Città, quindi, si pone l’obiettivo di cogliere ancora nello sguardo degli spettatori e degli adulti in generale, lo stupore infantile. Per ritornare ad emozionarsi, con il cuore e con la mente affinché anche l’anima si nutra. E tutto questo è possibile solo fornendo strumenti di comprensione della storia e della narrazione, ricordandosi sempre che non è possibile progettare il futuro e innovare senza conoscere il passato, la tradizione e focalizzarsi sul presente.
Seguendo questa linea guida sono stati impaginati i vari cartelloni e le rassegne della prossima stagione, sia nelle due sale catanesi – Teatro Vitaliano Brancati e Piccolo Teatro della Città – sia in quella siracusana (Teatro Massimo Città di Siracusa dove la stagione è stata presentata la settimana scorsa). E seguendo questa linea guida, ovviamente, continuano a prendere forma tutte le attività proposte dal Centro di Produzione Catanese attraverso un sempre imponente sforzo produttivo e attraverso una rete di partenariati con altre realtà che guardano avanti senza dimenticare il passato.FB_IMG_1720118435840

Spazio quindi a ospitalità, produzioni, tournèe, workshop, laboratori, progetti internazionali e collaborazioni (da quella con la tradizione catanese con Arte Pupi Fratelli Napoli, con l’Università di Catania, con i teatri pubblici quali il Teatro Massimo Bellini, Teatro Stabile di Catania, Teatro Biondo di Palermo, Inda di Siracusa, nonché con la Fondazione Verga di Catania, con l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, con la Fondazione Giuseppe Fava e un interscambio continuo di proposte e attività con i vari progetti e organismi teatrali internazionali.

TEATRO VITALIANO BRANCATI
L’inaugurazione della XV Stagione del Teatro Vitaliano Brancati, con la direzione artistica del Maestro Tuccio Musumeci, sarà martedì 29 ottobre, con un grande classico del teatro di tutti i tempi come Il malato immaginario di Molière, proposto nella nuova e originale produzione del Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale con l’inedita regia di un attore, autore e regista straordinario come Salvo Ficarra. Protagonista dell’opera, che vanta anche le musiche di Lello Analfino, è il grande Angelo Tosto che diventa un capo comico perfetto nelle vesti di Argan. In scena Filippo Brazzaventre, Cosimo Coltraro, Giovanna Criscuolo, Emanuele Puglia, Giovanni Rizzuti, Daniele Bruno, Luca Fiorino, Anita Indigeno, Lucia Portale. Il tema della medicina, le controversie che genera, le passioni che scatena sono ancora oggi tema di dibattito pubblico e Salvo Ficarra riporta il testo alle sue origini per proporre uno spettacolo divertente e ironico.
Un altro testo raffinato e colto di Molière, Le Intellettuali (Femmes savantes), è protagonista della seconda proposta della stagione (in programma dal 12 novembre). La commedia, per la regia di Giovanni Anfuso e con protagonisti Giuseppe Pambieri, Giorgio Lupano e Micol Pambieri, affonda le sue radici nella cronaca parigina del tempo, traendo origine da un episodio realmente accaduto. Un testo che, nonostante i suoi quasi 400 anni, ci invita a non sottometterci a nessun potere. Poiché è potere la cultura ed è potere l’ignoranza; è potere l’intellettuale di prestigio, ed è potere la serva di casa; è potere la tradizione ed è potere la novità; è potere il maschio ed è potere la femmina… È il potere a decidere della realtà di chiunque.
Dal 26 novembre spazio alla drammaturgia contemporanea con Un Sogno a Istanbul di Alberto Bassetti, per la regia di Alessio Pizzech. Lo spettacolo, tratto dal bestseller di Paolo Rumiz La cotogna di Istanbul, vede protagonista Maddalena Crippa e Maximilian Nisi, nei ruoli dell’austera, misteriosa, selvaggia vedova Maša e dell’ingegnere austriaco Max. Una storia di grande forza e suggestione che parla di un amore potente che non trova modo di concretizzarsi. In scena anche Mario Incudine, che firma anche le musiche e Adriano Giraldi.
Mario Incudine sarà anche il protagonista, dal 14 gennaio, di un’incursione nella storia della musica italiana con Parlami d’amore (Quando la radio cantava la vita), testo di Costanza Diquattro, regia di Pino Strabioli. Il cantautore e artista ennese, con Antonio Vasta al pianoforte e alla fisarmonica, danno vita a questo spettacolo che tra parole e musica racconta come la radio sia entrata nelle case degli italiani divenendo da un lato megafono della propaganda fascista e dall’altro mezzo di divulgazione musicale, dallo swing al jazz. L’istrionico Incudine rende omaggio alla canzone d’autore in una messa in scena leggera e scanzonata.FB_IMG_1720118430735
Amori presunti e fantasiosi sospetti di una coppia in crisi sono al centro della commedia Da giovedì a giovedì di Aldo De Benedetti che, diretta da Ezio Donato, sarà in scena dall’11 febbraio. Sul palco Cosimo Coltraro, Evelyn Famà, Emanuele Puglia, Olivia Spigarelli daranno vita alle numerose situazioni che propongono contenuti sempre attuali: vita di coppia, infedeltà coniugale, psicologia femminile e sua impossibile comprensione da parte di quella maschile. Tutti temi trattati con leggerezza e ironia senza mai scadere in volgarità ma che suggeriscono riflessioni sulle relazioni affettive nell’ambito della famiglia e offrono spunti ironici di riflessione.
Un salto nel Medioevo e precisamente alla vigilia di Natale del 1183, alla corte di Enrico II (uno dei re più spietati che la storia abbia mai conosciuto), è quello proposto con il dramma Il leone d’inverno di James Goldman che, diretto da Nicasio Anzelmo, sarà in scena dal 4 marzo. Un testo che, pur semplificando le manovre politiche, è basato sui dati reali ovvero i complotti, le orrende cospirazioni, le violente liti e scenate di gelosia, durante i giorni precedenti la morte del re. E un testo che, seppur nella chiarezza del materiale storico e documentato, parla di persone, caratteri e passioni, coerenti con i fatti storici eppure immaginari.
Dalla storia più cupa del Medioevo alle pailletes dell’avanspettacolo con Piccolo Grande Varietà che vede Tuccio Musumeci – la cui meravigliosa carriera cominciò proprio dal genere, mettere in scena un secolo di storia con questo spettacolo di Marot’s, diretto da Mario Sangani. In scena dal 25 marzo, la pièce racconta appunto un “genere” e quei grandi artisti, come Totò, Macario, Taranto, Campanini, che ne hanno vissuto i momenti più esaltanti. Ritorna così oggi, a splendere la stella del Varietà, spettacolo che registra sempre grande successo. Dai Cafè-Chantant pullulanti di ballerine e di sciantose al Musical americano, passando per gli anni ’20 tra i tavoli dei raffinatissimi Tabarin ed i teatri di varietà veri e propri, con un continuo avvicendarsi di sketch, macchiette e canzoni.
La commedia agrodolce Il turno di notte, scritta e diretta da Gianpiero Francese porta in scena, dall’1 aprile, il confronto tra le vite dei tanti operai che, a causa di una scossa di terremoto che blocca le porte di uscita, restano rinchiusi nel loro spogliatoio. Un evento che porta i protagonisti – interpretati da Giuseppe Centola, Gabriele Grano, Simona Ianigro, Dino Paradiso, Giuseppe Ranoia, Manola Rotunno, Erminio Truncellito – a parlare di sé stessi e a mettere in campo la risoluzione di un problema con un dirigente francese che non crede che le loro porte siano realmente bloccate. Una diffidenza scatena l’ira del delegato Giuseppe che ha dedicato la sua vita alla fabbrica…
Il racconto tragicomico delle vicende che riguardano la famiglia Mezzalira è al centro di I Mezzalira – Panni sporchi fritti in casa terzo spettacolo di Agnese Fallongo e diretto da Raffaele Latagliata dedicato alla saga dei Mezzalira. In scena dal 29 aprile, lo spettacolo, interpretato da Tiziano Caputo, Agnese Fallongo e Adriano Evangelisti, si basa sul racconto di Giovanni Battista Mezzalira detto «petrusino», il più piccolo della famiglia, che traccia un vero e proprio arco della sua esistenza, in un caleidoscopio di ricordi che lo costringeranno a fare i conti con i fantasmi del passato e a scoprire di non essere stato il solo a custodire un segreto.
La stagione del Teatro Vitaliano Brancati si concluderà – dal 20 maggio – con un grande classico di Luigi Pirandello, Il piacere dell’onestà, per la regia di Alessandro Averone. Interpretato da Alessia Giangiuliani, Laura Mazzi, Marco Quaglia, Gabriele Sabatini e Mauro Santopietro, il dramma pirandelliano è un testo spietato, che fin dal titolo pone l’accento sull’onestà, cardine di una presunta etica borghese e cuore pulsante del dramma. Il protagonista Angelo Baldovino è la prima figura di antieroe del drammaturgo siciliano, un perdente, un relitto, ma soprattutto un uomo solo, che ha fatto dell’isolamento la personale difesa da una società che lo ha spinto ai margini.

Fuori abbonamento
Oltre i 10 spettacoli in cartellone, la Stagione del Teatro Vitaliano Brancati propone due immancabili fuori abbonamento con protagonisti, rispettivamente, due beniamini del pubblico: Tuccio Musumeci e Miko Magistro.
Il maestro Tuccio Musumeci, dal 10 dicembre, sarà ancora grande protagonista dello spettacolo cult della tradizione siciliana: il musical Pipino il breve dell’indimenticabile Tony Cucchiara che dopo il grande successo di pubblico e di critica che riscuote da ormai 50 anni è tornato con una produzione rinnovata del Teatro della Città, riscuotendo sempre un grandissimo successo.
Dal 25 gennaio, invece, al Piccolo Teatro della Città, palcoscenico profondamente amato dal maestro Miko Magistro, andrà in scena la novità assoluta, ideata e diretta da Nicola Alberto Orofino, Non volevo, ma l’ho fatto: un one man show in cui l’attore e mattatore Miko Magistro si racconta senza filtri né riserve.

PICCOLO TEATRO DELLA CITTÀ
Mentre il Teatro Vitaliano Brancati continua a essere palcoscenico d’elezione degli spettacoli più legati alla tradizione e alla storia del teatro, il Piccolo Teatro della Città, si riconferma spazio di innovazione e sperimentazione pronto a ospitare il meglio della drammaturgia contemporanea nazionale. Tante le pièces che si avvicenderanno sulle tavole dell’intima sala di via Ciccaglione con titoli che arricchiscono la 58° Stagione Teatrale o che confluiscono nel cartellone del NuovoTeatro, andando a impreziosire un’offerta teatrale variegata e che, venendo anche incontro agli spettatori meno legati all’idea dell’appuntamento fisso con la poltrona in teatro, permette alternative di abbonamento più snelle ed elastiche, con la possibilità di acquistare le card ad ingressi a più spettacoli a scelta.

58° Stagione Teatrale
Le proposte della 58° Stagione Teatrale del Piccolo, che si snoderà da novembre 2024 a maggio 2025, vanta testi originali da cui emergono, nella maggioranza dei casi, le relazioni complesse, difficili, disfunzionali tra persone dello stesso nucleo familiare.
Le schermaglie amorose di due protagonisti, in un conflitto tutto pirandelliano, sono al centro di Trucchi per l’anima di Rosario Galli. Con la regia di Gianni Scuto, la pièce porta in scena, in una sorta di scanzonato thriller psicologico, un dialogo serrato tra un uomo e una donna che qualcuno ha scritto per loro, un non meglio identificato lui, nominato spesso dai due, che però non compare, non si vede e non si sente, una specie di Godot immanente che li guida attraverso un percorso di scavo interiore nelle loro vite private.
La storia dell’uomo nato anziano che ha vissuto la sua vita all’incontrario, è al centro di La vita al contrario. Il curioso caso di Benjamin Button di Francis Scott Fitzgerald, elaborazione teatrale di Pino Tierno, regia di Ferdinando Ceriani, con Giorgio Lupano. Una messinscena onirica e suggestiva in cui Lupano dà anima e corpo al protagonista per dirci che ognuno è speciale.
Guia Jelo e Rossana Bonafede saranno le due intense protagoniste della commedia Eva Peròn scritta da Copì nel 1970 e proposta dalla regia di Camillo Sanguedolce. Il testo è incentrato su un personaggio reale immediatamente riconoscibile, anche se poi l’autore ne ribalta completamente l’immagine. La commedia mette in scena il dietro le quinte di un’Evita grottescamente tutt’altro che santa e che viene rappresentata nel momento in cui mette in scena la sua morte. Nella pièce Eva è una donna cattiva, volgare, manipolatrice, attaccata al denaro e al potere: caricatura da drag-queen cui si contrappone una sua degna madre per la quale vale la pena di dire: nessun frutto cade mai lontano dall’albero.
Harem di Alberto Bassetti, prodotto da Associazione Città Teatro in collaborazione con VersoArgo, per la regia di Manuel Giliberti, con Simonetta Cartia, Deborah Lentini, Annalisa Insardà e Cecilia Mati Guzzardi e con Emanuele Puglia. Una tragicommedia dell’attesa, in cui Bassetti consegna alle attrici quattro personaggi di un periodo storico federiciano che però hanno le caratteristiche di donne moderne alle prese con la ricerca delle proprie identità. E mentre si ride, si riflette sul rapporto tra potere e dipendenza.
Si aggiunge un nuovo capitolo al progetto di Nicola Alberto Orofino sulla famiglia tradizionale con Family Day – puntata 3: L’uomo si unirà a sua moglie e i due saranno un’unica carne. In questo episodio la “family” (Francesco Bernava, Egle Doria, Alice Ferlito, Rita Fuoco Salonia, Daniele Bruno, Lucia Portale) sarà impegnata nell’organizzazione del matrimonio della figlia. Tra dubbi e faticosi precetti cattolici, tra riti, burocrazia e cerimoniali da rispettare, riuscirà la nostra coppia a intraprendere il cammino religiosamente destinato a durare tutta la vita?
Si ispira al capolavoro di Federico Fellini 8 e 1⁄2, spettacolo diretto da Gisella Calì con protagonista Emanuele Puglia. La pièce è incentrata sulle vicende del regista Guido Contini e del suo rapporto con le donne della sua vita, la moglie Luisa, l’amante Carla, la sua musa Claudia e la defunta madre. Lo spettacolo, come diceva lo stesso Fellini: “È la storia di un uomo come ce ne sono tanti: la storia di un uomo giunto a un punto di ristagno, a un ingorgo totale che lo strozza”.
Fuori Abbonamento
Dopo il grande successo riscosso l’anno scorso, torna in scena, La grande menzogna di Claudio Fava che è anche il regista di questo testo interpretato da David Coco e prodotto da Nutrimenti terresti. La “grande menzogna” è il furto di verità che il paese ha subìto sulla morte di Paolo Borsellino, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne.

NuovoTeatro

Drammaturgia contemporanea e proposte innovative sono al centro del cartellone di NuovoTeatro che annovera alcuni tra i nomi più interessanti del panorama teatrale nazionale.

Due personaggi in scena se ne stanno in un luogo che ha smesso di rivelarsi, a celebrare una cerimonia sghemba, che si annuncia inutile. Sono i due protagonisti di ‘A Cirimonia, testo e regia Rosario Palazzolo che è anche in scena insieme con Anton Giulio Pandolfo. I due celebrano una cerimonia che li obbliga a un dialogo che solo apparentemente è privo di senso, un dialogo disteso su di una lingua ruvida, deforme, asintattica e svirgolante, un dialogo straripante di silenzi pieni di paura, che man mano si trasforma e diviene urlo, esigendo un ritmo da tragedia e una musicalità surreale. Fino al fallimento finale.

Scritto e diretto da Fabio Pisano e interpretato da Francesca Borriero, Roberto Ingenito e Claudio Boschi, Celeste è una pièce che parla del tragico periodo nazista ma attraverso una storia che rappresenta un “unicum” e una sfaccettatura totalmente differente dai canonici punti di vista da cui si racconta questo triste avvenimento storico. Celeste è una figura rara, una ebrea che nella sua psiche evidentemente subì lo scatto del classico “istinto di sopravvivenza” che la spinse a commettere atti orribili contro la sua gente. Una donna spietata e questo spettacolo non ha alcuna pretesa di assolverla, ma di narrare.

Fabio Pisano è anche l’autore della pièce Wet Floor, diretta da Maria Assunta Calvisi e interpretata da Federico Giaime Nonnis, Daniel Dwerryhouse. Il testo pone la questione, quantomai attuale, dell’informazione, della verità delle notizie e non solo del giornalismo ma dei social che le amplificano senza una verifica seria e puntuale generando, a volte, drammi irreparabili. Un testo rapido, tagliente, con colpi di scena a dir poco grotteschi.
Uno spettacolo sul futuro. Un futuro senza spade laser, alieni e tute spaziali, ma con girelli, apparecchi acustici e reumatismi. È tutto questo Futuro anteriore di Margherita Mauro e con la regia di Giulio Costa. Lo spettacolo, che vede in scena Matilde Vigna (Premio UBU 2019), Gloria Giacopini, Antonio Anzilotti De Nitto, Matilde Buzzoni, racconta di quattro giovani che, partendo dall’idea che una vecchiaia diversa è possibile, immaginano prospettive di terza età alternative, con anziani fuori dalle case di riposo, non più ai margini della società, né ai confini con la realtà.

Scritta sull’onda del movimento #metoo, La prova di Bruno Fornasari, con i Filodrammatici di Milano (Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Marta Belloni, Orsetta Borghero) è una commedia amara. Un testo sulle opinioni confuse per verità assolute e uno sguardo satirico sull’estenuante gioco di ruoli tra maschi e femmine.
La Piccola Compagnia della Magnolia sarà ospite del Piccolo Teatro della Città con lo spettacolo Favola di Fabrizio Sinisi, regia di Giorgia Cerruti in scena (e in video) con Davide Giglio. Si tratta di una “tragedia da camera contemporanea” i cui protagonisti sono G e D, una coppia chiusa in una stanza: lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza.
Un gioco di luci accompagna lo spettatore all’interno delle vite di due donne in Giacominazza di Luana Rondinelli, in scena con Giovanna Mangiù. Giacomina, vittima dell’oppressione e delle malignità della gente – lo sguardo “schifiato” di fronte alla sua omosessualità dichiarata -, cerca di scappare da una realtà che la renderebbe schiava e che le imporrebbe un determinato comportamento che la società vuole. A causa di un’infatuazione decide di andare dalla cartomante del paese, Mariannina, perché teme che quell’amore sia frutto di un malocchio. Diversi incontri si susseguono e le due donne si ritrovano a battersi con le parole per giustificare le loro scelte di vita.
L’attività sociale di Danilo Dolci e la storia della sua rivoluzione nonviolenta che gli hanno meritato l’appellativo di “Gandhi italiano”, sono al centro de La ricetta di Danilo, di e con Totò Galati, per la regia (e consulenza drammaturgica) di Claudio Zappalà e prodotto da Barbe à Papa Teatro. Una storia che parla di comunità e di rispetto della natura. Un esempio, quello di Danilo, che può portaci a rivedere la nostra scala di valori e pretendere un cambiamento da noi stessi e dalle istituzioni, in un momento storico in cui rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori devono andare di pari passo, per non lasciare nessuno indietro.

TEATRO COMUNALE SIRACUSA
Da Catania a Siracusa, le proposte e gli spazi del Teatro della Città continuano anche a Siracusa con la Seconda stagione stanziale del Teatro Comunale di Siracusa sotto l’egida del Teatro della Città e la direzione artistica di Orazio Torrisi. Nel teatro aretuseo un cartellone tradizionale e proposte di #nuovoteatro per una ricca stagione che è già stata presentata il 26 giugno.
PRODUZIONI
Lo sforzo produttivo del Teatro della Città, ogni anno, si esplica in numerose nuove produzioni e riprese che vanno in scena nei cartelloni delle sale collegate al centro di produzione e che circuitano su tutto il territorio nazionale sia nella stagione estiva sia nella prossima 2024-2025.
LABORATORI, WORKSHOP, FOCUS, PROGETTI
Continua l’impegno del Teatro della Città nel proporre approfondimenti e formazione continua ad attori, registi, drammaturghi e professionisti del teatro. Una delle attività in cui il Teatro della Città si è costantemente impegnato in questi anni e che ora punta a un coinvolgimento maggiore del pubblico in percorsi conoscitivi e focus che permetteranno di conoscere meglio alcuni dei maggiori autori e artisti contemporanei.
SCUOLA E UNIVERSITÀ
Nell’ottica di avvicinare i più piccoli e i giovani al palcoscenico, il Teatro della Città rinnova, anche per la Stagione 2024-2025, le proposte per i ragazzi, con spettacoli per le scuole di ogni ordine e grado. Allo stesso modo, continua la sinergia che il Teatro della Città ha stretto con l’Università di Catania e in particolare con il Dipartimento di Scienze Umanistiche per far avvicinare gli studenti universitari al teatro. Una collaborazione proficua, che ormai da anni, anche attraverso gli incontri di Retroscena permette agli studenti e alla città di incontrare i protagonisti della stagione.
COLLABORAZIONI
La collaborazione con l’Università è sicuramente una tra le più proficue che l’ente ha intessuto in questi anni in cui la presenza sul territorio ha permesso di avviare progetti e attività con diversi attori del territorio. Una tra tutte, la collaborazione con Artelè, che ha promosso il festival MediterrArtè-Classico Contemporaneo che mette insieme suggestioni classiche e contemporanee, riconoscendovi un legame indissolubile in grado di trattare temi universali nel segno della contaminazione, della multimedialità e dello scambio interculturale. Menzione a parte merita la collaborazione sempre più salda con l’Associazione Culturale Arte Pupi Fratelli Napoli che mira al recupero del patrimonio immateriale rappresentato dal Teatro della tradizione siciliana e dall’Opera dei Pupi attraverso i quali l’Associazione mantiene viva la forza della tradizione pupara, patrimonio immateriale dell’Unesco. Nel contesto delle collaborazioni internazionali, spicca l’esperienza di Interactiones – Interazioni e Pratiche della Scena Contemporanea dei Sud, progetto volto a creare una rete teatrale tra Italia, Europa Mediterranea, Europa dell’Est e Latino America valorizzando le forme della drammaturgia contemporanea e sperimentando nuovi modelli produttivi internazionali e sostenibili. Il progetto, quattro volte vincitore del bando del MIC – Boarding Pass Plus, si concluderà nell’ottobre del 2024.

S H A R E: