di Elisa Guccione
Ph Angela Platania
CATANIA-
“La vita me la gusto attimo per attimo, perché è la cosa più bella che ci poteva capitare”. Con queste parole inizia il nostro dialogo con Red Canzian, reduce dal successo sanremese con il brano “Ognuno ha il suo racconto”. Cordiale e disponibile come sempre lo incontriamo durante la registrazione della puntata “Meraviglioso Incontri” nel salotto di Salvo La Rosa in onda il 21 marzo alle 21 e a mezzanotte su Tgs (canale 15 del d.t. per la Sicilia), su RTP Messina (canali 517 e 646 del d.t. per Messina e la Calabria) . Difficile definire questa semplicemente un’intervista ma una vera chiacchierata tra amici in cui il bassista trevigiano racconta i sogni e i desideri del suo primo album da maggiorenne.
“Testimone del tempo” arriva dopo aver scritto la parola fine alla storia dei Pooh con il lancio di “Ognuno ha il suo racconto” al festival di Sanremo. Come si è sviluppata la realizzazione di questo disco che ha definito il primo lavoro da maggiorenne?
“Dopo aver finito di cantare, direttamente dalla sala di registrazione, mandavo l’mptre a casa e aspettavo il giudizio immediato della mia famiglia. A volte arrivavano critiche positive e altre delle vere mitragliate. Intorno a me non voglio e non vorrò mai degli “yes man”, perché non portano a nulla e fanno solo male. Sono andato a ricercare tutto quello che c’era prima dei Pooh come la musica prog, rock o i Beatles che hanno lasciato in me un indubbio imprinting che si rivede in “Testimone del tempo”. Adesso posso camminare con le mie gambe rischiando da solo”.
“Ognuno ha il suo racconto” è stato un trionfo anche perché ha rischiato presentando un brano non sanremese
“I miei discografici mi dicevano facciamo Sanremo, perché da te nessuno si aspetta un brano simile. Quando sono arrivato al Festival mi sono detto che volevo gustarmelo. L’unico difetto è stato che è durato troppo poco, perché dopo quattro minuti arrivava Michelle Hunziker che mi mandava via, tanto che una sera per cantare di più ho deciso di suonare al Dopo Festival”.
Tra i tredici brani in questo suo ultimo lavoro c’è una cover di Johnny Halliday, “Meravigliami ancora”, dedicata ai fan ma anche al rapporto con il pubblico. Lei ha un rapporto particolare con chi la segue…
“Il brano doveva essere un duetto con Johnny Halliday ma, purtroppo, non è stato possibile. È l’unica cover dell’album. Il testo è scritto da Enrico Ruggeri ed è un brano dedicato ai fan, perché ho tanta voglia di raccontarmi alla gente. Il contatto con il pubblico è, per me, un bisogno. Io sento la necessità e la voglia di stare insieme alla gente. Mia madre mi raccontava che da piccolo a sei, sette anni a Jesolo d’estate in una delle vie più trafficate salivo su una sedia e iniziavo a cantare “Con 24.000 baci”. Ho un vago ricordo di quel momento ma già da allora avevo la voglia di stare insieme alla gente”.
Quale la differenza tra Testimone del Tempo e gli altri due album da solisti: “Io e Red” e “L’Istinto e Le Stelle”?
“Mi sento come quando ho avuto per la prima volta le chiavi della cinquecento per andare da solo in città, finalmente non con l’autobus ma con la macchina”.
Non possiamo non parlare dei Pooh e della storia musicale più bella d’Italia. Quali sono adesso dopo il 30 dicembre 2016 i vostri rapporti?
“I Pooh sono stati il progetto più importante della mia vita. Ho vissuto sicuramente di più con Roby, Dodi e Stefano che con mia moglie e i miei genitori. È stata un’esperienza importante e formativa. Siamo entrati che eravamo ragazzini e abbiamo finito che siamo diventati nonni con la capacità di chiudere una storia così importante nella maniera più giusta con un finale degno del suo vissuto. Non siamo in guerra. Abbiamo chiuso bene, ci sentiamo, scriviamo e telefoniamo. Siamo sempre in contatto. È stata scritta la parola fine ad una storia per iniziarne una nuova personale con i relativi errori che possono capitare”.
Il 22 maggio sarà al Metropolitan di Catania e il 23 al Golden di Palermo dove si racconterà tra musica e parole. Possiamo avere qualche anticipazione sul concerto?
“Dal 4 maggio sarò in giro per l’Italia per una serie di concerti. Sarà un viaggio che parte dagli anni cinquanta su tre dimensioni: musica, immagini e parole. Unirò un pezzo dei Pink Floyd con uno dei Pooh. Sarà qualcosa di molto particolare”.
Cosa c’è nel futuro di Red Canzian?
“Finito il tour scriverò il mio quinto libro che si intitolerà “Testimone del tempo” dove racconterò la grande storia del rock, del beat e di noi musicanti che cominciavamo a guardare quello che arrivava dall’America e dall’Inghilterra”.
Elisa Guccione