Roma – Il tabellone della Camera tutto verde senza i puntini rossi dei contrari) né quelli bianchi degli astenuti, sancisce la pace fatta sul revenge porn che diventerà reato. A votare all’unanimità a favore dell’emendamento al disegno di legge chiamato Codice rosso, sono tutti i 461 deputati presenti, tra gli applausi di Forza Italia e Pd, tutti in piedi. A questo punto è in dirittura d’arrivo il provvedimento che introduce una specie di corsia preferenziale per i reati di violenza domestica e di genere, velocizzandone l’azione penale, e che aumenta le pene per maltrattamenti contro familiari o conviventi, sfregi al viso, stalking e violenza sessuale. Nelle prossime ore è previsto l’ok della Camera, poi il passaggio al Senato.
Così a cinque giorni dal bailamme scoppiato a Montecitorio, protagoniste alcune deputate dell’opposizione che hanno occupato i banchi del governo contro la bocciatura del revenge porn che punisce chi diffonde immagini intime di una persona senza il suo consenso, nel pomeriggio maggioranza e opposizione trovano l’accordo proponendo un emendamento unico. Pochi minuti dopo l’approvazione in Aula arriva anche il passo indietro della Lega che ritira l’emendamento sulla castrazione chimica, al centro di polemiche e fortemente osteggiato dal Movimento 5 stelle. Lo scontro annunciato tra gli alleati si ferma, quindi, di fronte alla priorità della «compattezza del governo», come ammette Giulia Bongiorno della Lega. «Siamo consapevoli che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5S», aggiunge il ministro per la Pubblica amministrazione. Ma il leader del partito e vicepremier Matteo Salvini non molla e precisa: «Uno stupratore non solo va incarcerato ma va curato. Andremo avanti». Viene stuccata dunque l’ennesima crepa tra Lega e M5s. Stavolta a segnare un punto sono i 5 Stelle, grazie al dietrofront dell’alleato sull’emendamento che vorrebbe introdurre la castrazione farmacologica, anche se facoltativa e temporanea, per gli stupratori. Lo scontro però sembra solo rinviato. Parola della Bongiorno che sulla proposta di castrazione tiene il punto: la Lega ritiene «utile» una norma ad hoc, perciò «farà parte di un nuovo ddl che presenteremo». E Salvini si accoda: «I malati si curano, con le aspirine, o con altre medicine che volontariamente li mettano in condizione di non ripetere le loro schifezze. Andremo avanti».
Intanto la giornata segna l’unità ritrovata del Parlamento intorno al revenge porn. Dopo le difficoltà della settimana scorsa, l’equilibrio si è trovato su un emendamento presentato da Stefania Ascari dei 5S, condiviso da tutte le forze politiche, e con l’opposizione che ha rinunciato ai tempi per presentare sub-emendamenti. Nel testo è previsto che il colpevole sia punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5000 a 15000 euro. Stessa pena per chi, avendo ricevuto o acquisito foto o filmati intimi, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso degli interessati, per danneggiarli. Soddisfatto il premier Giuseppe Conte: «Bella testimonianza da parte di una nostra fondamentale Istituzione!», scrive su Facebook. Al coro si unisce il vicepremier Luigi Di Maio che su Twitter aggiunge: «Poi portiamo subito in Aula la legge della senatrice del M5s Elvira Evangelista per regolamentare la materia nel suo insieme. Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie!». E non manca all’appello l’altro vicepremier, spinto dall’entusiasmo: «Oggi è una giornata di cui vado orgoglioso, da ministro, italiano e uomo», legando l’emendamento alla vicina approvazione del Codice rosso e del ddl sul rito abbreviato, che avviene quasi in contemporanea al Senato. E sul Codice rosso conclude: «Siamo davanti a una legge di civiltà e buonsenso, un 8 marzo che difende seriamente le donne».