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Romanzo popolare quando la tv rende schiavi e l’immaginazione diventa patologia

Romanzo popolare quando la tv rende schiavi e l’immaginazione diventa patologia

12.01.2019.

Ph Dino Stornello

CATANIA- Può la finzione, quella delle fiction, confondersi con la realtà fino al punto di diventare un tutt’uno annullando i confini tra fantasia e vita reale? La risposta non è sempre così scontata e semplice, in quanto la cronaca è ricca di fatti eclatanti in  cui fans esagitati cercano di acciuffare in qualunque modo i loro idoli fino al punto di commettere delle vere e proprie pazzie che a volte possono sfociare anche nel patologico. Questo è il tema dell’esilarante ed intelligente commedia “Romanzo popolare” diretta da Luca Cicolella, per la terza stagione di Teatro Mobile di Catania nata da una felice intuizione di Francesca Ferro.49781351_10213137174839708_4003374407132119040_o

Sul palco del Centro Zo le sempre brave Francesca Ferro e Ilenia Maccarrone danno vita a  Rosalia e Mela, due donne annoiate, scialbe e senza amore le quali riversano tutta la loro passione verso il protagonista della loro fiction preferita “Romanzo popolare” interpretato da un irresistibile e vulcanico Mario Opinato vittima sacrificale delle due assatanate ammiratrici disposte a tutto pur di amarlo, baciarlo, toccarlo e soddisfare tutti i loro bisogni di donne desiderose d’amore.49938556_10213137173959686_2607793916090515456_n

Un atto unico dal ritmo frenetico e coinvolgente in cui si racconta in chiave ironica, esasperandone manie e vezzi, la solitudine dei tempi moderni fatta di televisione, marketing globalizzante, social e stili di vita perfetti e per questo irraggiungibili con estrema veridicità suscitando tra il pubblico scroscianti applausi e un grasse risate. Uno spettacolo, sapientemente sottolineato dall’acuta regia di Luca Cicolella, coadiuvato da Mariachiara Pappalardo, che divertendo tende a far riflettere lo spettatore sulle miserie umane della nostra società dove per sopravvivere al vuoto quotidiano si tenta di evadere puntando l’attenzione verso nuovi e diversi orizzonti, proprio come in realtà spesso accade, scegliendo quello che più aggrada come, nel caso di Rosalia e Mela, impossessarsi del loro oggetto dei desideri: il divo Mario.

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Rocambolesche gag, battute geniali e tanto sano divertimento che non riesce a nascondere il grande vuoto dei tempi moderni dove tutti, nessuno escluso, siamo soggetti a subire, fino alla delusione più totale in cui ci si accorge che “Mario il meccanico”, il tenebroso conquistatore della fiction, in realtà è una semplice illusione ed allora, pur di continuare a superare la triste quotidianità fatta di oroscopo, maghi, piante da accudire e fidanzati mostruosi che non rispecchiano il famigerato principe azzurro sognato da bambine, è meglio continuare a mistificare la realtà perdendosi davanti al piccolo schermo, costruendosi un presente e, soprattutto, un futuro fatto di vacue immagini create per sopperire le tante sofferenze dell’anima.

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