A pochi minuti dall’annuncio, l’altro ieri notte, della vittoria di Mahmood al Festival di Sanremo, ecco che la polemica è cominciata a montare sul web. Nel mirino la Giuria d’Onore (che ha un peso del 20% sul giudizio finale) e la Giuria della Sala Stampa (30%) che con le loro scelte hanno ribaltato le preferenze espresse dal pubblico con il televoto a pagamento (50%). Intanto già in platea i fischi avevano accompagnato l’annuncio dell’esclusione di Loredana Bertè dal podio.
Mahmood, nel rush finale a tre, secondo i dati resi noti dalla Rai, ha ottenuto il 20,95% delle preferenze del voto da casa, mentre Ultimo – arrivato poi secondo – ne ha conquistate più del doppio: 48,80%. I tre ragazzi de Il Volo, finiti sportivamente sul terzo gradino del podio, hanno preso il 30,26%. Con le preferenze espresse dalle giurie tecniche la classifica viene completamente stravolta, così la media finale della serata ha visto il 47.15% per Mahmood, il 35.56% per Ultimo e il 25.53% per Il Volo (e considerando la media di tutte e 5 le serate Mahmood prende il 38.92%, Ultimo il 35,56%, Il Volo il 25.53%).
Il web grida allo scandalo, ad un complotto per dare un segnale contro il governo gialloverde e la sua politica sull’immigrazione, o più semplicemente si scaglia contro le due giurie tecniche (le cui percentuali non sono state diffuse). «Chi ora sta usando la canzone che ha vinto Sanremo contro il governo – avverte il vicepremier Luigi Di Maio – è un po’ a pezzi e fa un favore a questo esecutivo». «Mi scandalizza che la politica sia entrata pure a Sanremo – sottolinea invece Alessandro Di Battista – non certo la canzone i Mahmood. Esistono tanti tipi razzisti in Italia, anche quelli che utilizzano la vittoria di un cittadino italiano a scopo elettorale». Se per Giorgia Meloni «la giuria dei soliti noti decide di testa sua», Maria Stella Gelmini è «per il solo televoto».
Una proposta lanciata dallo stesso direttore artistico Claudio Baglioni, consapevole che il meccanismo di formazione delle classifiche vada cambiato. «Se il festival vuole davvero essere una manifestazione popolare, potrebbe essere giudicato solo dal televoto. O il risultato finale viene deciso da giurie ristrette di addetti ai lavori, certificati come tali – sottolinea – o questa mescolanza rischia di essere discutibile. Si crea una situazione nella quale pochi pensano in un modo, molti altri in un altro, ma si bilanciano. E’ lo specchio della società».
Mahmood si chiama fuori, mentre Ultimo se la prende aspramente con i cronisti, accusati nella conferenza stampa che segue la finale di sentirsi «importanti per una settimana», di «rompere il cazzo» e di «avergliela tirata». Anche alcuni video della sala stampa, con applausi per Mahmood e critiche e improperi nei confronti del Volo, accendono gli animi sul web. Arrabbiato, deluso e amareggiato, Ultimo diserta anche il tradizionale passaggio a Domenica In – come fa anche la Bertè – e sui social si sfoga: «La gente è la mia vittoria. Da casa eravamo il quadruplo rispetto agli altri. Dalla parte vostra per sempre».