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“Scintille” per inaugurare la nuova stagione del Teatro Stabile di Catania

“Scintille” per inaugurare la nuova stagione del Teatro Stabile di Catania

09.10.2018.

CATANIA – Parla di donne lavoratrici sfruttate senza alcuna sicurezza e protezione. Parla di morti “bianche” e giustizia negata. Parla del sogno americano infranto. E’ una storia accaduta agli inizi del Novecento, ma potrebbe ripetersi oggi in tante parti del mondo, nonostante i diritti conquistati e spesso rimasti sulla carta. Una storia vera. La racconta  “Scintille”, allestimento inaugurale della nuova stagione di prosa, in scena alla Sala Verga dal 9 al 14 ottobre e di cui Laura Sicignano firma testo e regia. Un monologo pluripremiato in Italia e all’estero, affidato all’interpretazione di un attrice del calibro di Laura Curino, maestra del teatro di narrazione. Sola in scena, spetta a lei rievocare le operaie vittime dell’orribile incendio alla TWC, che gli americani chiamano ancora emblematicamente “The Fire”, sebbene sia trascorso più di un secolo.ScintillePP21S1

“Scintille” è anche il biglietto da visita di Laura Sicignano, da sei mesi alla direzione dello Stabile di Catania. Lo spettacolo con il quale vuol farsi conoscere dal pubblico etneo. Il lavoro che forse la rappresenta al meglio, che esprime la sua tensione verso il teatro civile e la particolare attenzione alla condizione femminile. La produzione dello Stabile catanese, si avvale delle musiche originali diEdmondo Romano, le scene di Laura Benzi, i costumi di Maria Grazia Bisio, il disegno luci diTiziano Scali, con il contributo di Federico Canibus, tecnico delle luci e del suono. Di rilievo laricerca storica condotta da Silvia Suriano per ricostruire il fatto, la brutale assurdità che lo ha generato, il contesto sociale e civile. Succedeva a New York, nel maledetto pomeriggio di quel sabato 25 marzo del 1911. Ore 16,40: manca un quarto d’ora alla chiusura della fabbrica produttrice di camicette. Sono al lavoro circa 600 persone, per lo più donne giovanissime. La maggior parte sa a malapena l’inglese: sono immigrate italiane o dall’Europa dell’Est e rappresentano il principale sostegno economico per le loro famiglie.

Una scintilla. Forse è scaturita da una delle fioche lampade a gas che illuminano le file di cucitrici, chine sulle loro macchine. In un attimo, all’ottavo piano del grattacielo che ospita la fabbrica, prendono fuoco le camicette appese sopra le teste delle lavoratrici, gli avanzi di tessuto ammucchiati in enormi cumuli negli stanzoni, i rocchetti di filo. Le porte sono sbarrate: le hanno chiuse i proprietari della fabbrica, per impedire che le lavoratrici escano prima dell’orario stabilito. Le operaie dell’ottavo, nono e decimo piano sono imprigionate dalle fiamme. Non rimane che saltare giù. Cento metri dalle finestre al marciapiede. Una cascata di corpi, ragazze in fiamme. Negli anni precedenti le operaie avevano tentato inutilmente di ottenere migliori condizioni di lavoro e sicurezza. Seguiranno una serie di processi, da cui i proprietari della fabbrica usciranno impuniti. Ma da questa vicenda si è sprigionata la scintilla della protesta. L’incendio diventerà uno degli eventi fondanti della Festa della Donna.

Lo spettacolo rievoca quella giornata dal punto di vista delle protagoniste, una madre e due figlie, emigrate dall’Italia in cerca di fortuna. «Un monologo corale», è con un ossimoro che Laura Sicignano definisce il suo spettacolo. «Non una narrazione, ma una molteplicità di interpretazioni, dove il personaggio di una madre, Caterina, come una matrioska, contiene ed emana da sé gli altri personaggi, le figlie, e un coro di altre figure secondarie, ma non minori. Nessuno è minore in questa storia, scritta per restituire voce alle 146 operaie bruciate in 18 minuti. Bruciate come streghe ribelli, in una grandine di lucide scintille che si sono disperse nell’aria in cenere. La storia minore delle donne che hanno fatto la Grande Storia, ma sono state dimenticate. Perché? La domanda “perché” ritorna nello spettacolo, come un’accusa ad un destino che le protagoniste non riescono più a chiamare “Dio”. Che Dio è, quello che manda i suoi figli a morire?»

Perciò “The Fire” brucia ancora nella coscienza civile e nella sensibilità di ognuno di noi, come sottolinea Laura Sicignano: «Esiste l’elenco delle 146 vittime: tante italiane, tutte giovanissime. Spiccano alcuni nuclei familiari. Maltese Caterina, 39 anni, Italia; Maltese Lucia, 20 anni, Italia; Maltese Rosa, 14 anni, Italia. Chi erano queste donne? Cosa sognavano quando sono partite alla ricerca del sogno americano, della terra promessa? L’attrice protagonista maneggia con amore e semplice familiarità la storia e le forbici da cucito, scorre con delicatezza da un personaggio all’altro, da un polsino ad un colletto. La madre cuce in scena due camicie: le camicie delle sue figlie bruciate. Il prezzo pagato per la consapevolezza e l’emancipazione è il grande sacrificio delle operaie bruciate. Alla fine il testimone passa allo spettatore a cui l’attrice chiede di non dimenticare, con la dolcezza dolorosa di chi ha subito un torto, ma non può da sola trovare un risarcimento».

“Scintille” inaugura anche la ricca serie di incontri con gli artisti che caratterizzeranno l’intera stagione 2018-2019: un invito all’approfondimento e al confronto, rivolto agli spettatori e in particolare ai giovani e agli studenti dell’Università di Catania, legata allo Stabile etneo da un articolato Protocollo d’intesa. Per lo spettacolo di apertura sono previsti tre appuntamenti. Il primo è fissato per lunedì 8 ottobre alle ore 10 nell’Auditorio De Carlo, all’interno del Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università, dove Laura Sicignano illustrerà lo spettacolo agli studenti per il ciclo “Letteratura a teatro”.

Il secondo appuntamento è per mercoledì 10 ottobre nel foyer del Teatro Verga alle 18,30, dopo la recita pomeridiana. Laura Sicignano e Laura Curino incontreranno insieme pubblico e studenti. L’idea in più è di affidare di volta in volta la moderazione di questi approfondimenti proprio a due universitari del Disum, che per il titolo inaugurale saranno le studentesse Laura Cavallaro e Martina Rapisarda. Il terzo incontro avrà luogo mercoledì 12 ottobre sempre al Verga, nella sala, dopo il matinée riservato alle scuole: gli artisti risponderanno alla osservazioni degli studenti delle medie superiori.

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