CATANIA- Ritornano sul palco del Centro Zo i nove detenuti dell’impeccabile “Sogno di una notte a Bicocca”, scritto, diretto e interpretato da Francesca Ferro, supportata dall’aiuto regia di MariaChiara Pappalardo con le musiche di Massimiliano Pace, per una produzione Teatro Mobile di Catania, che con un cast di rara bravura composto da Agostino Zumbo, Mario Opinato, Silvio Laviano, Giovanni Arezzo, Francesco Maria Attardi, Giovanni Maugeri, Antonio Marino, Renny Zapato, Dany Break e Mansour Guye ha saputo raccontare la tragicità della condizione umana e sociale dei carcerati, con l’obiettivo di liberare il cuore e la mente da quella gabbia in cui sono rinchiusi.
La sofferenza dell’anima dei nove protagonisti sulla scena, nati dall’esperienza di un interessante laboratorio teatrale tra i detenuti di Bicocca, trova pace grazie al potere terapeutico del teatro con uno spettacolo dal sapore catartico capace di reinventare il sogno di Shakespeare e donare ad ogni personaggio le chiavi di un mondo nuovo, diverso e colorato di sogni e di speranze grazie al potere della fantasia.
Uno spettacolo quello di Francesca Ferro, che permette al numeroso e partecipe pubblico di immedesimarsi e vivere in prima persona la scena senza alcun pregiudizio facendosi travolgere dalla forza del racconto e dalla grande umanità degli ultimi della società. Uno scorrevole atto unico di due ore che stravolge il testo shakesperiano arricchendolo di colori e sapori tipici del sud come i ragionamenti del capo mafia Melo Russo, interpretato da uno straordinario Agostino Zumbo, che non si abbassa al volere degli altri o quelli dell’arrogante Polifemo soprannominato così perché ha perso un occhio durante una sparatoria, un magistrale Francesco Maria Attardi.
Intenso Silvio Laviano nei panni del pluriomicida Gennaro De Luca, che si commuove pensando alla sua Napoli e alla fine si lascia trascinare dal magico gioco del teatro interpretando Puck il folletto a servizio di Oberon, un magnetico ed ironico Mario Opinato il pappone arrestato per istigazione alla prostituzione che conquista tutti con improvvisati passi di danza ed esilaranti battute tipicamente catanesi. Delicato e allo stesso tempo forte il dialogo di “Provola”, il giovane detenuto ragusano rinchiuso per omicidio, interpretato da un ottimo Giovanni Arezzo, con la regista Francesca Ferro in cui racconta l’involontario assassinio di un bambino durante una fuga dalla polizia, vissuto come un peso immenso che neanche la detenzione può alleviare.
“Sogno di una notte di mezz’estate” di Shakespeare trasferitosi tra le fredde e alte mura di Bicocca è una pièce dalla forte valenza sociale e psicologica, che permette allo spettatore di riflettere dando voce ad un gruppo di uomini che hanno dimenticato di essere rinchiusi, ma volano liberi sulle ali delle fantasia vivendo una vita diversa dalla propria grazie alla magia del palcoscenico.