di Elisa Guccione
Ph Dino Stornello
CATANIA- Prova difficile ma superata a piena voti quella di Valerio Santi, Francesco Russo e Irene Tetto che hanno accettato il rischio di mettere in scena “Copenaghen”, un thriller scientifico politico pluripremiato rappresentato da ben diciotto anni in varie riprese da Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice.
Sul palco dell’Istrione, nell’ambito della poliedrica rassegna “A ciascuno il suo”, i tre giovani e talentuosi attori catanesi con estrema bravura mettono in scena il testo di Michael Frayn esaltando le qualità di uno spettacolo simbolo del teatro di parola con estrema modernità e coinvolgimento che grazie all’attenta regia di Valerio Santi riesce ad emozionare stimolando nel pubblico numerosi punti di domanda sul reale motivo della visita del fisico tedesco Werner Karl Heisenberg (Valerio Santi) al suo maestro danese di madre ebrea Niels Bohr (Francesco Russo) e a sua moglie Margrethe (Irene Tetto) vaso comunicante tra i due fisici in una Copenaghen occupata dai nazisti. Due menti illuminate e vicine al traguardo della realizzazione della bomba atomica coinvolte nella ricerca scientifica su fronti opposti.
Un dialogo su diversi piani temporali, dal 1924 al 1941 anno dell’incontro a Copenaghen, dove al centro c’è il dibattito scientifico e morale diviso tra il principio fisico di indeterminazione e l’indeterminazione umana. Un’intricata vicenda che in un atto unico di due ore appassiona e coinvolge anche grazie all’utilizzo di tecniche come il light design curato da Ségoléne Le Contellec in cui i riferimenti alla fisica quantistica diventano meno complicati e più vicini al ragionamento comune arricchendo la già impegnativa e perfetta interpretazione del trio di attori che riescono a raccontare con estrema bravura l’inquietudine di Heisenberg sabotatore, forse, del progetto tedesco della realizzazione della bomba atomica per mano di Hitler o, forse, pioniere tedesco che cercava di rubare i segreti all’amico/ maestro o avvertirlo del possibile pericolo e la diffidenza e la fierezza di Bohr dedito alla realizzazione delle bombe che saranno successivamente lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Inevitabili e più che meritati gli applausi della platea per un capolavoro, degnamente rappresentato, con protagonisti capaci e lodevoli.
Elisa Guccione
Ph Dino Stornello